Opere pubbliche: cosa prevede il decreto che velocizza i lavori
Luigi Mistrulli/Ansa
Economia

Opere pubbliche: cosa prevede il decreto che velocizza i lavori

I tempi burocratici saranno dimezzati, e in caso di stallo potrà intervenire direttamente il presidente del Consiglio per sbloccare l’iter

In attesa che le misure contenute nella nuova legge di stabilità vengano approvate, e tra esse anche quelle riguardanti le grandi opere, c’è un decreto relativo alle infrastrutture strategiche, pubblicato in queste ore in Gazzetta ufficiale, che il prossimo 11 novembre diventerà già operativo. Si tratta di un provvedimento, attuativo della cosiddetta riforma Madia, di fondamentale importanza perché in presenza di grandi lavori e non solo, accelera fino a dimezzare i tempi della burocrazia, e prevede procedure straordinarie, fino all’interevento diretto del presidente del Consiglio, in caso di problemi procedurali. Ma vediamo nel dettaglio cosa contiene il decreto in questione che, come accennato, nei programmi del governo dovrebbe velocizzare e semplificare la realizzazione di grandi opere e non solo.

Obiettivo del decreto

Si tratta di sette articoli di legge che mirano a sburocratizzare tutto quello che riguarda la parte amministrativa (licenze, permessi, nulla osta, autorizzazioni) per la localizzazione, la progettazione e la realizzazione di “rilevanti insediamenti produttivi, opere di rilevante impatto sul territorio o l'avvio di attività imprenditoriali suscettibili di avere positivi effetti sull'economia e sull'occupazione”, incluse “le infrastrutture e gli insediamenti prioritari per lo sviluppo del Paese”. Dunque stiamo parlando di un pacchetto sostanzioso di lavori su cui agirà il nuovo decreto.

Tempi più veloci

Una volta decretata la rilevanza dell’opera, secondo i criteri sopra ricordati, verrà attivata una corsia preferenziale che potrà ridurre a 15-90 giorni le attese per i diversi procedimenti amministrativi che oggi hanno scadenze fissate invece mediamente tra i 30 e i 180 giorni.

Interventi straordinari

In caso di stallo, ovvero se i termini stabiliti per l’avvio dei lavori passano invano, allora ci potrà essere l’intervento diretto anche del presidente del Consiglio dei ministri, previo via libera del governo. Nel caso invece siano in ballo interessi di natura territoriale e non nazionale allora il compito di intervenire per sbloccare le situazioni più complesse potrà passare al presidente di Regione o al sindaco della città interessata dai lavori.

Opere interessate

Dall’entrata in vigore effettiva del decreto, fissata come detto il prossimo 11 novembre, scatterà una sorta di corsa contro il tempo. Entro il 31 gennaio infatti ciascun ente territoriale, fondamentalmente dunque Comuni e Regioni, dovrà segnalare a Palazzo Chigi i progetti che ritiene strategici e rilevanti, sempre secondo i criteri sopra elencati.

Il ruolo del governo

Una volta ricevuta la lista di interventi messa a punto dagli enti locali, il governo dovrà svolgere due funzioni: innanzitutto avrà facoltà, fino al 28 febbraio, di integrare con propri progetti l’elenco di opere ritenute più rilevanti. Poi, entro il 31 marzo, seguendo una griglia di criteri che deve essere ancora definita nella Conferenza unificata tra Stato ed Enti locali, dovrà decidere quale sarà la lista definitiva dei lavori che potranno beneficiare della nuova procedura esecutiva accelerata.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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