Olio tunisino: i rischi e i consigli per acquistare extravergine di qualità
ANSA
Economia

Olio tunisino: i rischi e i consigli per acquistare extravergine di qualità

L'importazione a dazio zero anche in Italia favorirà il proliferare di miscele non sempre ben dichiarate: 5 "avvisi" per il consumatore

35 mila tonnellate di olio d'oliva tunisino l'anno importate senza pagare dazi doganali nel 2016 e nel 2017: questo quanto stabilito dall'Europarlamento come misura di solidarietà a favore del Paese nordafricano, in grave crisi anche e soprattutto per il crollo del turismo dopo gli attacchi terroristici dell'ultimo periodo.

La decisione della UE ha subito scatenato in Italia le proteste da parte dei produttori e di alcune parti del mondo politico, con l'accusa al Governo Renzi di non aver sufficientemente difeso in sede comunitaria il mercato dell'olio italiano di qualità. Ma cosa cambia effettivamente per i consumatori? Ecco alcune cose da sapere al momento di scegliere una bottiglia di extravergine con le indicazioni suggerite dalla Coldiretti...

Avviso n°1: il mercato italiano sarà invaso

La nuova disposizione dell'UE aggiunge 35 mila tonnellate l'anno di olio tunisino alle 56.700 a dazio zero già previste da un precedente accordo tra l'Unione Europea e il Paese nordafricano. Se si considera che nel 2015 l'Italia ha già fatto registrare un aumento del 481% delle importazioni di olio dalla Tunisia, facile prevedere che sul nostro mercato ne arriverà un vero e proprio oceano...

Avviso n°2: il nome non fa il prodotto

Dove finisce e soprattutto finirà l'olio in arrivo dalla Tunisia? Assai spesso, se non quasi sempre, viene mescolato con quello nazionale italiano, "depistando" altrettanto spesso il consumatore con nomi e immagini d'etichetta che fanno pensare più alle nostre principali regioni produttrici che alle oasi tunisine...

A volte, sottolineano alla Coldiretti, la parvenza di italianità viene addirittura garantita dalla presenza in etichetta di marchi storici della nostra produzione, che in realtà sono stati nel frattempo ceduti all'estero. L'obiettivo, ovviamente, è quello di mettere sul mercato bottiglie a prezzi inferiori (sfruttando i minori costi di produzione assicurati dall'olio tunisino), presentandole però come prodotti della qualità italiana.

Avviso n°3: occhio alle miscele!

In base al Regolamento comunitario n.182 del 6 marzo 2009, dal 1° luglio 2009 è obbligatorio indicare in etichetta l'origine dell'olio extravergine con le seguenti diciture: "miscela di oli d'oliva comunitari", "miscela di oli d'oliva non comunitari" o ancora - come nel caso del principale utilizzo in Italia dell'olio tunisino - "miscela di oli comunitari e non comunitari". Peccato però che tali indicazioni siano di solito riportate in corpo minuscolo e in zone meno visibili dell'etichetta...

Avviso n°4: il migliore è Dop

Come essere sicuri di quello che si sta acquistando? Innanzitutto munendosi di una lente d'ingrandimento per ispezionare a dovere l'etichetta, suggeriscono ironicamente dalla Coldiretti. Che invita poi a premiare il vero prodotto di qualità scegliendo un olio extravergine Dop ("Denominazione di origine protetta"), che - come esplicitamente indicato sulla stessa etichetta - sono ottenuti al 100 per cento da olive italiane.

Avviso n°5: c'è una campagna amica

Un altro suggerimento ai consumatori di Coldiretti per i consumatori alla ricerca di veri prodotti di qualità, è poi quello di acquistare direttamente dai produttori in frantoi di certificata qualità oppure nei mercati di Campagna Amica.

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Paolo Corio