Naspi, beffa in vista per i lavoratori stagionali
Ansa
Economia

Naspi, beffa in vista per i lavoratori stagionali

I nuovi sussidi alla disoccupazione nati con il Jobs Act rischiano di penalizzare fortemente i dipendenti del settore turistico. Ecco perché

La signora Marina abita in una ridente località della riviera ligure e ogni anno, visto che il lavoro scarseggia, si arrangia come può: per 6 mesi “fa la stagione” in una struttura turistica e poi, per i 6 mesi successivi, riceve l'assegno di disoccupazione che le spetta di diritto. Nella sua stessa situazione, in tutta Italia, ci sono altre decine di migliaia di lavoratori stagionali che, nel prossimo autunno, potrebbero però masticare un boccone molto amaro: quei sussidi alla disoccupazione che fino all'anno scorso arrivavano per 6 mesi, nel 2015 rischiano seriamente di durare molto meno, cioè non più di 3 mesi. Colpa del Jobs Act, la riforma del lavoro del governo Renzi che, almeno a sentire il presidente del consiglio, è nato invece per dare diritti a chi non li ha, per garantire nuovi ammortizzatori sociali a chi finora si è dovuto sempre arrangiare.


Appello su internet

“Noi stagionali rischiamo seriamente di rimanere per diversi mesi senza reddito”, dice Marina che, assieme a migliaia di persone trovatesi nella sua stessa situazione, ha lanciato una petizione online e ha organizzato un gruppo su Facebook, per far conoscere il problema all'opinione pubblica. La beffa per i lavoratori stagionali del turismo nasce con l'introduzione della Naspi (nuova assicurazione sociale per l'impiego) cioè il sussidio per i senza-lavoro istituito con il Jobs Act, a partire dal primo maggio prossimo, in sostituzione di quelli attualmente in vigore: l'Aspi e la mini-Aspi. I requisiti per poter incassare la nuova indennità della Naspi non sono di per sé molto stringenti: basta aver avuto un impiego per almeno 30 giorni nell'ultimo anno e avere alle spalle più di 13 settimane di contribuzione negli ultimi 4 anni.


Naspi, i nuovi sussidi per la disoccupazione


Anche chi ha lavorato a spizzichi e bocconi come i dipendenti stagionali, insomma, può incassare l'assegno di disoccupazione. E' sulla durata dell'indennità, però, che si registrano le note dolenti: il sussidio della Naspi, infatti, verrà riconosciuto per un periodo pari alla metà delle settimane lavorate negli ultimi 4 anni anni. Nel calcolo della durata, però, non si terrà conto dei periodi di lavoro precedenti, per i quali il dipendente ha già beneficiato dell'assegno di disoccupazione. Tradotta in parole povere, questa regola un po' complicata significa una cosa ben precisa: se un cameriere, un barista o una donna delle pulizie verranno assunti per sei mesi nella prossima stagione primaverile ed estiva, a ottobre potranno appunto ricevere l'assegno per soli tre mesi. Si tratta di una situazione molto penalizzante per chi, invece, sino all'anno scorso maturava il diritto ai vecchi ammortizzatori sociali come l'Aspi ordinaria, che poteva durare anche un anno e dunque coprire il dipendente stagionale per il semestre successivo, prima dell'inizio di un nuovo periodo di lavoro estivo.


Assegni più magri

A mettere in evidenza il problema è stata anche la Filcams, la sigla dei lavoratori del commercio e del turismo della Cgil che, tuttavia, non è una voce isolata. “Anche la Federalberghi, l'associazione di categoria degli albergatori, ha sollevato la stessa questione”, dice il segretario della Filcams Cristian Sesena, “giacché i dipendenti stagionali in Italia sono più di 300 mila e sono importantissimi per il buon funzionamento delle aziende del settore turistico”. Dato che il governo dice di voler dare più diritti ai precari, almeno a parole, Sesena pone dunque una domanda: “i lavoratori stagionali non sono forse dei precari, visto che spesso non trovano molte alternative agli impieghi estivi e e devono accontentarsi di contratti di soli 3 o 6 mesi?” La Filcams inoltre, ha messo in evidenza un altro problema legato al calcolo della Naspi, basato su un complesso procedimento che penalizzerà paradossalmente i dipendenti stagionali con impieghi molto discontinui. In altre parole, a parità di retribuzione e di giorni lavorati nel corso dell'anno, un cameriere, un bagnino o un barista che hanno avuto delle lunghe pause tra un'assunzione e l'altra riceveranno un' indennità di disoccupazione ben più magra, rispetto a un loro collega che ha lavorato per lo stesso tempo, ma in maniera più lineare e continua.


Naspi, 5 cose da sapere


Poiché la Naspi entrerà in vigore il 1° maggio, i lavoratori stagionali che hanno dato vita alla petizione online chiedono adesso un cambio di rotta e hanno lanciato un appello al presidente dell'Inps, Tito Boeri. L'istituto nazionale di previdenza, infatti, prossimamente dovrà divulgare le circolari esplicative sui nuovi sussidi alla disoccupazione e potrebbe dare un' interpretazione flessibile del decreto che istituisce la Naspi, in modo da non penalizzare troppo gli addetti del settore turistico. Bisognerà vedere, però, se questa possibilità rientra tra i poteri di Boeri.


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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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