Mutuo: perché conviene chiederlo ora
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Economia

Mutuo: perché conviene chiederlo ora

Il tasso fisso è ai minimi storici e anche la differenza tra fisso e variabile rende conveniente comprare casa

Mutuo sì, ma a tasso fisso. La decisione della Bce di andare avanti, per almeno tutto il 2019, con una politica di tassi bassi incentiva a comprare casa chiedendo l'opzione del tasso fisso agli istituti di credito di riferimento. 

Tasso fisso: perché conviene

L'Eurirs, il parametro in base al quale vengono definiti i finanziamenti fissi è infatti ai minimi storici; per i mutui a 20 anni è quotato 1,02% e il trentennale all’1,07%. La BCE, nel corso dell'ultimo consiglio direttivo, ha stabilito infatti di lasciare invariati i tassi di interesse allo 0% e lo ha fatto per fronteggiare l’andamento dell'economia nell'Eurozona. Secondo  Alessandro Marchesi, responsabile sviluppo commerciale area crediti & protezione di Banca Mediolanum, il tasso fisso "E'valutabile, a seconda dei casi, solo se la durata del mutuo è superiore ai 20 anni, ma il migliore resta il variabile".

In termini pratici le simulazioni sono state fatte dal portale mutuiOnline.it che ha mostrato come un mutuo da 120mila euro stipulato per finanziare una casa del valore di 200 mila parta da un tasso nominale dell'1,30% per arrivare al 2,2%.

Esempi pratici

Il portale ha calcolato che, valutando le condizioni medie di diversi istituti di credito, si ricava che il tasso medio nominale è del 1,520%, con rata di 580,22 euro al mese e tasso effettivo dell'1,654%.

Calcolando quanto si va a risparmiare rispetto al gennaio 2019 per un mutuo ipotecario di 110.000 euro a 25 anni e uno spread medio di mercato all'1,20% il mutuo a tasso fisso vedrà la rata diminuita di 17 euro rispetto a gennaio 2019, mentre la rata per il mutuo a tasso variabile calata di 12 euro.

Le differenze col variabile

Però, in realtà, visto l'andamento del mercato immobiliare e le risposte degli istituti di credito in questo momento è conveniente anche stipulare mutui a tasso variabile visto che la differenza con il tasso fisso è ai minimi storici.

"Noi siamo sempre stati per il variabile­­ - spiega ancora Marchesi - perché di fatto il variabile è più basso del fisso perché consente di rimborsare rate più alte rispetto agli interessi. Col fisso pago più interessi e finisco per rimborsare meno capitale; col variabile – che costa meno – mi trovo a rimborsare più capitale. Con la situazione attuale c’è da consigliare sempre il variabile".

Secondo una simulazione operata da Crif-Mutuisupermarket, per una operazione di mutuo di 140.000 euro, durata 20 anni, valore immobile 220.000 euro, i migliori spread a aprile 2019 per mutui a tasso variabile si posizionano allo 0,9% e per i mutui a tasso fisso si attestano attorno allo 1,5%. 

Questo ha fatto sì che le famiglie s'interessassero sempre di più anche all'ipotesi di tasso variabile e gli osservatori ritengono che questo trend andrà avanti per tutto l'anno.

"La gente ha paura del variabile - continua poi Alessandro Marchesi - perché l'idea è 'Pago quella cifra per 20 anni così non ci penso più'; però facendo in questa maniera anche negli anni passati ci sono tassi fissi del 2,50%, 3% o 4% intestati a clienti che non hanno mai chiesto la surroga mentre il variabile è andato sotto l'1% e questo significa che una persona che oggi paga un tasso fisso ha interessi elevati.

E' un fattore psicologico quello che fa sì che i clienti preferiscano il fisso; però questo va a favorire le banche e le reti che propongono il fisso. Il cliente dovrebbe imparare a farsi i conti. Col lo 0,90 variabile è un peccato pagare il 4% del fisso".

Il tema surroghe

Sul tema delle surroghe, secondo Marchesi, l'Italia è spezzata in due tra oltranzisti della ricontrattazione del mutuo e coloro che invece per 30 anni non mettono in discussione condizioni che ormai sono decisamente sfavorevoli. 

"In Italia - dichiara Marchesi a Panorama.it - il tema surroga è particolare perché esiste una metà della popolazione 'malata di surroga'che a ogni variazione dello spread chiede di rinegoziare il mutuo a fronte di un'altra metà della popolazione che invece si tiene il pacchetto così com’è per tutta la vita.

Il consiglio che diamo nel 2019 è di scegliere il variabile perché la differenza è molto ampia.

Il fisso è sceso, è vero, però è ancora più alto del variabile. Su un mutuo di 30 anni resta preferibile il fisso, ma su un mutuo più breve, ad esempio di 10 anni, il variabile è il migliore".

Alla fine, secondo il responsabile del settore per Banca Mediolanum, ogni famiglia ha le sue esigenze e ogni mutuo dovrebbe essere scritto sulla pelle del cliente e non per tutelare gli interessi delle banche. Quindi la cosa fondamentale è recarsi nell'istituto di credito di riferimento e parlare a quattro occhi con gli specialisti del settore per comprare il prodotto più adeguato.

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Barbara Massaro