Mps, le prospettive del piano di salvataggio
ANSA / CIRO FUSCO
Economia

Mps, le prospettive del piano di salvataggio

Dopo la bocciatura agli stress test, gli analisti promuovono il programma anti-crisi dell'istituto toscano. Ma l'aumento di capitale potrebbe essere un flop

Bocciata agli stress test ma sulla via della salvezza. Si può riassumere così la situazione del Monte dei Paschi di Siena (Mps), dopo un weekend cruciale per tutto il sistema bancario. Venerdì sono usciti i risultati degli stress test, cioè gli esami con cui l'autorità bancaria europea Eba ha passato ai raggi x la solidità patrimoniale dei maggiori istituti di credito del Vecchio Continente. Come ampiamente previsto, Mps è stata bocciata ma, nello stesso giorno, ha ottenuto dalla Banca Centrale Europea il via libera a un piano di salvataggio molto elaborato che si basa su due pilastri: la vendita di ben 9,7 miliardi di euro di sofferenze nette (cioè di prestiti deteriorati) e un conseguente aumento di capitale per 5 miliardi, da mettere in cantiere entro fine anno.

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Il piano, oltre ad aver ottenuto il disco verde della Bce, ha incassato pure le lodi di diversi analisti. Non a caso, oggi il titolo Mps guadagna in borsa (nel primo pomeriggio) oltre 4 punti percentuali. Segno evidente che la comunità finanziaria crede o spera nel buon esito dell'operazione, almeno per ora. Non è detto, però, che tutto sia destinato per forza a filare liscio (anche se c'è da augurarsi il lieto fine).


Mps, storia di una (o più) crisi


Molte case d'investimento, da Equita Sim a Kepler, sono infatti concordi su un punto: se il piano di risanamento architettato sembra davvero risolutivo per spingere fuori dalla crisi l'istituto toscano, restano all'orizzonte alcuni scogli tutt'altro che trascurabili. Il primo è rappresentato dall'aumento di capitale. Attualmente, il Monte dei Paschi vale in borsa circa 800 milioni di euro e dovrebbe fare un aumento di capitale di ben 5 miliardi di euro. In pratica, ciò significa moltiplicare per 6 il valore della banca chiedendo al pubblico degli investitori di mettere i soldi per sottoscrivere, sotto forma di azioni Mps di nuova emissione, i cinque sesti di valore che mancano. E' chiaro che non sarà proprio facilissimo trovare capitali per un'operazione di così vasta portata e diversi analisti sostengono che, nella fase attuale, c'è ancora il rischio di registrare una quota elevata di inoptato. Detto in parole più semplici, non è affatto scontato che il Monte dei Paschi riesca a piazzare facilmente sul mercato i 5 miliardi di euro di nuove azioni che collocherà con la sua ricapitalizzazione.


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E' vero che ci sarà un consorzio di garanzia composto da un pool di banche internazionali,pronte ad ad acquistare i titoli inoptati. Se ci fosse bisogno del loro intervento, però, il segnale per il mercato sarebbe indubbiamente molto negativo. Riuscire nell'impresa di ricapitalizzare Mps, ovviamente, se sarà più facile se la banca toscana si presenterà all'appuntamento con la ricapitalizzazione completamente ripulita delle sofferenze che oggi ne zavorrano i bilanci. A fine anno si avrà una risposta.


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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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