Mps, il discorso di Grillo e il 'buco da 14 miliardi di euro'
Economia

Mps, il discorso di Grillo e il 'buco da 14 miliardi di euro'

Ma è corretto e responsabile presentarsi all'assemblea della banca e seminare panico senza portare prove né dare spiegazioni su un 'buco' da 14 miliardi di euro?

Si è presentato all'assemblea di Mps con la sua solita parlantina. E ha sparato a zero. In fondo, si sa, è Beppe Grillo. Ce lo aspettavamo. Ma la domanda è: è un atteggiamento responsabile nei confronti di risparmiatori, investitori, azionisti, da parte del leader di un movimento politico entrare in un'assemblea infuocata come quella di oggi di una banca i cui ex manager avrebbero (il condizionale è ancora d'obbligo) nascosto l'esistenza di operazioni finanziarie in derivati complesse e pericolosamente in perdita (solo una delle tre, Alexandria, avrebbe un saldo negativo di 700 milioni di euro) e urlare che quella stessa banca ha un buco di 14 miliardi di euro?

Dico: 14 miliardi di euro.

E poi... fermarsi lì. Non dare spiegazioni. Non dire da cosa deriva quel numero. Non portare carte. Non dimostrare nulla, anche quando l'amministratore delegato della banca, Alessandro Profumo, lo richiede. Niente.
Creare panico. Far spaventare clienti, azionisti, piccoli risparmiatori, investitori. E poi andare via.

Questo è l'effetto creato oggi dall'intervento di Beppe Grillo all'Assemblea dei Monte dei Paschi di Siena, che vi riportiamo qui in versione integrale. Se Grillo ha prove concrete ed è in grado di dimostrare il "buco" da 14 miliardi, che lo faccia. Subito però. Altrimenti avrà lanciato panico e nervosismo tra chi fatica a comprendere la complessità di quanto sta accadendo (vale anche per chi si occupa di questi temi, figuriamoci per chi non lo fa) forse solo per un momento di gloria in più.

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L'INTERVENTO DI BEPPE GRILLO ALL'ASSEMBLEA DEL MONTE DEI PASCHI DI SIENA
Beppe Grillo: Noto innanzitutto l’atmosfera. Se parlate con l’azionista è devastato per il suo investimento, si lamenta e è furioso. Poi vedo una ostentata calma della presidenza, di questi signori che non conosco, presumo che ci sia un notaio. Ostentate una calma straordinaria.
Io vengo da Genova, come il Dott. Profumo, conosco il Dott. Profumo, la vita che ha fatto, era un ex casellante, lavorava di sera, si è fatto da solo, un uomo molto importante, però è un uomo completamente non adatto a gestire questa situazione perché è indagato di frode fiscale. Questa banca era una banca florida, era una banca straordinaria, nel ‘95 è stata diciamo privatizzata, queste parole che ormai non hanno più assolutamente il significato che avevano, è stata politicizzata, è entrato un partito dentro con una fondazione, nominata da sapete benissimo comuni, regione, provincia, sono entrati questi del PD, ex DS, che ha governato questa regione per 40 anni.

Da lì è stato compiuto dall’inizio lo scempio totale di questa banca, è stata privatizzata, una spa, portata in borsa, fondazione, ha iniziato a allargare al mercato.
Quando non si hanno i concetti si parla del mercato, ma chi è il mercato? Il mercato che gioisce? Il mercato che resta sbigottito? Che perde? Il mercato sono i soliti squali il mercato, che entrano nelle spa, nelle società, e parliamo di Caltagirone, Gnutti, sono sempre gli stessi. Questi entrano, investono e vogliono i dividendi, per dare i dividendi questi signori hanno disintegrato una delle più belle banche del mondo. Si sono venduti tutti! I loro capitali, le banche, i palazzi a Roma, le tenute, la cassa di Risparmio di Prato, si sono venduti i gioielli e hanno piano piano spolpato una azienda che prima della privatizzazione del ‘95 aveva un valore di 20 miliardi di Euro, adesso siamo sotto i due, forse.

Poi che cosa è successo? Che si è preso la mano, le vendite continuavano e poi queste operazioni Antonveneta. Sapete meglio di me, io non voglio fare il professore, io faccio un altro mestiere, però Antonveneta, costa tre e si paga 10, si prende il passivo di una banca, lo si incamera dentro la banca. Queste operazioni fanno sì che una banca così scompaia piano piano.

Ora io sono venuto a dirvi una cosa, lei come Presidente la prima cosa che doveva fare era aprire una inchiesta, perché qui siamo in un caso che va oltre la Parmalat. Io ero stato chiamato alla Parmalat proprio perché due anni prima che fallisse andavo negli stadi, facevo gli spettacoli facevo vedere il bilancio e dicevo è una azienda fallita, lo sapevano tutti che era fallita la Parmalat.

Il disastro di questa banca lo sapevano tutti, i media, i giornalisti, gente della finanza.
Quindi ci sono due problemi, qui se la presidenza avesse tenuto un comportamento corretto si doveva aprire una commissione, chiamare tutti i segretari del Partito Democratico dal ‘95 a oggi e far loro delle domande, perché qui abbiamo un buco di 14 miliardi di Euro, 28 mila miliardi di lire, oltre la Parmalat.
Qui siamo con lo scandalo come Craxi insieme a quello che…

Presidente Profumo: “dott. Grillo poi mi dirà dove ha recuperato il numero dei 14 miliardi di Euro”

Beppe Grillo: “Va bene, però mi faccia andare avanti. Abbiamo un buco di 14 miliardi di Euro…”

Presidente Profumo: “No, non abbiamo un buco per precisione, non abbiamo assolutamente questo buco…”

Beppe Grillo: “E va beh, ma ora vediamo, perché il problema è che mancano, c’è un buco notevole, se non saranno 14 saranno 13 e 8.
C’è anche una domanda, chi ha controllato? Chi doveva controllare queste cose? Siamo sempre alle solite! La Banca di Italia, chi c’era Draghi?! Chi doveva controllare? La signora Tarantola, capo della vigilanza di Banca Italia? Chi ha controllato, la Consob? Tutta gente che fa un altro mestiere fuorché controllare! Qui siamo veramente a uno dei buchi più grossi che ci siano oggi in Italia e credo in Europa.
Abbiamo bisogno di risposte e la risposta è questo signore che viene con la referenza che abbiamo detto prima, che va in giro a aprire cassaforti, a vedere dei derivati e a mettere nel patibolo questo Mussari. Io ci ho parlato una volta, non sa nulla di banche, ma non è il suo compito, non sa nulla di banche…
“Immaginate che non sa neanche fare un bonifico e sentirlo parlare di derivati, che nessuno sa che cosa sono. Investono in derivati, ma se andate a vedere la “curva di Swensen” vedrete che sono un algoritmo, formule, da malati di mente. Infatti Swensen, quello che ha inventato i derivati, aveva ha aperto una sua società, ha investito in derivati e è fallito in 6 mesi, pensate un po’ se si può ancora fare questo!
Poi deve essere recuperato il deficit, una parte del deficit. Che i tre miliardi virgola 9, debbano essere messi dal popolo italiano mi sembra una delle più grosse ingiustizie. Le aziende falliscono, tutte le aziende falliscono, la legge di mercato dice questo, se vai male, se sei gestito male, fallisci. Se mancano i soldi qualcuno li ha presi, qui siamo una distorsione dove un partito è diventato una banca e una banca è diventato un partito. Questi soldi devono essere tirati fuori, ma non dai tre virgola 9 miliardi presi dai cittadini italiani, dall’Imu, dalle persone che sono fuori a protestare. Questa è una azienda che dovrà licenziare migliaia di persone tra breve, è una azienda che dovrà riscattarsi in qualche modo, ma non si riscatterà avendo una gestione come questa.
Quindi io vi auguro di cercare di resistere a questa cosa e io voglio, vorrei, come azionista, come cittadino, come persona, fare chiarezza, perché questi soldi ci sono. Chi li ha presi? Allora li mettiamo sul banco degli imputati e devono essere processati dall’opinione pubblica, dai risparmiatori e dai lavoratori, che non devono rimetterci una lira e neanche il posto di lavoro.
Io ho finito."

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Ilaria Molinari

Sono nata a Roma, ma Milano mi ha adottata ormai da tempo. Sono web content manager di Panorama.it e di Iconmagazine.it. Ma niente mi rilassa di più che cantare, leggere e viaggiare. Dunque canto, leggo, viaggio. "Un vero viaggio di scoperta non è cercare nuove terre, ma avere nuovi occhi" (Marcel Proust)

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