Economia

Dopo Monti, industria a pezzi

Cosa dimostra un anno di governo dei tecnici

L’esperienza di un anno di governo di Mario Monti dimostra, innanzitutto, che mille competenze non fanno una visione, sempre ammesso che i ministri al governo siano in possesso di competenze. Molti di loro sono riusciti a sbagliare i conti su questioni sulle quali si esercitano da anni e su materie che insegnano nelle aule universitarie. Alcune decisioni gettano addirittura discredito sulla categoria dei docenti universitari. Una delle cose che abbiamo ricavato dall’esperienza di un anno del governo Monti è che le teorie neoclassiche sono profondamente sbagliate perché attivare politiche di austerity in un momento di depressione economica è controproducente e a chi sostiene che l’Italia ha le mani legate a causa dell’enorme debito pubblico occorre ricordare che questo problema sarebbe stato risolto se la Bce fosse stata trasformata in una vera banca centrale.

Inoltre non credo che senza Monti, come dice la vulgata, Mario Draghi, presidente della Bce, non avrebbe potuto comprare i titoli di stato italiani favorendo così la discesa dello spread, perché Draghi, in Europa, rappresenta l’America e non la Germania, e all’America non conviene in nessun caso un’Europa in recessione.

La verità è che la spesa pubblica fa bene, e fa bene in tutto il mondo, e che tanto più serve quanto più la crisi è profonda e la recessione prolungata. Guardando i dati, poi, credo che l’anno di governo di Monti sarà ricordato dagli storici come l’inizio della distruzione della manifattura italiana.

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Giulio Sapelli

Giulio Sapelli è professore ordinario di storia economica all’Università Statale di Milano

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