Crisi immobiliare, ecco cosa fare per uscirne
Economia

Crisi immobiliare, ecco cosa fare per uscirne

L’Ance propone una revisione dell’Imu e l’aumento delle agevolazioni sulle ristrutturazioni

C’è grande attesa per venerdì, quando un annunciato decreto del governo dovrebbe finalmente sgombrare il campo da qualsiasi dubbio circa il futuro dell’Imu. Nel frattempo però gli effetti della nuova tassa sugli immobili continuano a farsi sentire, e non solo sui bilanci delle famiglie. L’ultima conseguenza in ordine di tempo riguarda il mercato immobiliare che nel 2012 ha subito un pesantissimo crollo con compravendite che sono scese di 150mila unità rispetto al 2011, con un saldo percentuale che fa segnare un devastante -25,7%. Certo, il risultato negativo non si può ascrivere interamente alla nuova imposta sulle abitazioni che ha fatto il suo esordio proprio l’anno scorso, ma di certo una mano l’ha data ad affossare ulteriormente un mercato di suo già in sofferenza.

D’altronde è da tempo che l’Ance, l’associazione dei costruttori, lancia accorati appelli ai governi che negli ultimi anni si sono succeduti, per porre un freno alla crisi delle costruzioni. In uno degli ultimi documenti ufficiali rilasciati proprio dall’Ance qualche giorno fa, vengono tra l’altro messe in fila le criticità su cui urgerebbe intervenire al più presto.

Al primo posto i costruttori mettono proprio, se non l’abolizione, quanto meno una profonda revisione del meccanismo dell’Imu . Occorrerebbe introdurre cioè elementi di correzione dell’imposta, agendo da subito sulle rendite catastali, mediante una maggiore rivalutazione degli immobili di pregio situati nei centri storici, rispetto a quelli presenti in zone periferiche, e non, come è stato fatto, mediante una rivalutazione uguale per tutti. L’Imu, inoltre, al contrario dell’Ici, scoraggerebbe l’affitto delle abitazioni. Si è passati infatti da un sistema che prevedeva un’aliquota Ici più elevata sui fabbricati sfitti, ad un’Imu che, assorbendo anche la tassazione Irpef dei fabbricati, incentiva proprio il possesso improduttivo delle abitazioni. Per riequilibrare la tassazione degli affitti quindi, secondo l’Ance, sarebbe necessario garantire una riduzione “automatica” del prelievo Imu a favore dei soggetti che concedono gli immobili in locazione, con particolare riferimento alle abitazioni affittate a canone concordato.

Ma come detto, il tema fiscale, rappresentato soprattutto dallo scoglio Imu, è solo uno dei capitoli da affrontare se si vuole davvero ridare ossigeno al settore delle costruzioni. A seguire infatti occorrerebbe rendere stabile la detrazione del 55% sui lavori di efficientamento energetico, in scadenza il prossimo 30 giugno, rimodulandone l’intensità in funzione della maggior efficacia dell’intervento, estendendo tra l’altro questo bonus anche agli interventi di messa in sicurezza sismica degli edifici. Più in generale poi, sempre in tema di agevolazioni, sarebbe opportuno migliorare l’efficacia della detrazione del 36% sulle ristrutturazioni, diventata ormai definitiva, includendo nel suo ambito applicativo gli interventi di vera e propria “sostituzione edilizia” che, nei fatti, si traducono nella demolizione e ricostruzione dell’esistente con variazione della sagoma e della volumetria, oggi esclusi dall’agevolazione.

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Terzo punto fondamentale, che anche l’Ocse da tempo considera cruciale per la ripresa nel nostro Paese, è l’aumento della mobilità della popolazione e, quindi, della forza lavoro, per la quale le politiche per la casa possono giocare un ruolo determinante. Per favorire questa mobilità, secondo l’Ance, una delle misure consigliate sarebbe la riduzione delle imposte sui trasferimenti delle unità immobiliari. Recenti analisi relative al nostro Paese confermerebbero infatti l’effetto positivo che una tale misura potrebbe avere anche sul mercato dell’affitto.

Insomma, un pacchetto di proposte che finirà di certo sul tavolo dell’esecutivo Letta che, dal ritiro dell’abbazia di Spineto, aveva annunciato che proprio la casa sarebbe stato uno dei punti fondamentali della propria azione di governo. Ora servirà solo dimostrarlo con i fatti.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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