Marzotto e gli 800 mila euro per le startup del made in Italy
Economia

Marzotto e gli 800 mila euro per le startup del made in Italy

È il montepremi messo in palio per le migliori idee di business. C'è tempo fino al 30 giugno

Matteo Marzotto mostra la giacca leggera in un afoso pomeriggio milanese: “Anche questa può essere innovazione, un tessuto di lana quasi trasparente che non si spiegazza”. Ultime tappe del road show che ha portato in giro per l’Italia il Premio Gaetano Marzotto , il più ricco d’Italia per i nuovi imprenditori under 35: 800mila euro totali. C’è tempo fino al 30 giugno per farsi avanti con la propria idea.

Matteo, sesta generazione di una dinastia imprenditoriale che conta quasi 180 anni, è il presidente dell’Associazione che lo promuove da tre anni. "Noi non stiamo promuovendo il premio", dice, "ma un nuovo tessuto sociale, un network dell’innovazione fatto di università, istituzioni, banche, incubatori, investitori". Tutti insieme permettono di raggiungere il “bottino” da primato, suddiviso in tre premi: uno per l’Impresa del Futuro (250mila euro), una per una Nuova Impresa Sociale e Culturale (100mila) e uno dall’Idea all’Impresa (300mila euro non in denaro ma con un periodo di residenza in un incubatore per 10 start up). A questi tre riconoscimenti si aggiunge un Premio speciale Unicredit-Talento delle idee per una startup nelle tre categorie (totale 150mila euro sotto forma servizi e assistenza). Entro fine luglio si saprà chi è stato selezionato e a novembre ci sarà la premiazione.

"Che ci faccio io qui?", domanda retoricamente Matteo Marzotto, rispondendo subito: "Cerco di seguire l’esempio di mio nonno Gaetano, che come ha fatto il figlio più simile, Giannino, ha investito in cose nuove, senza invidie e senza timori con grande energia e visione". Ma va trovata una via italiana all’innovazione. "Dobbiamo valorizzare i settori in cui abbiamo esperienza e tradizione e non puntare su quelli in cui non possiamo essere competitivi con hub come la Silicon Valley o, in Europa, con la più vicina Berlino". Ed ecco spiegato lo sventolare della giacca e il fatto che nell’illustrazione del Premio Impresa del Futuro, assegnato da una giuria composta da personaggi come Riccardo Illy, Mario Moretti Polegato e Alessandro Profumo, non c’è la parola Internet ma moda, tessile, agroalimentare, turismo, meccanica, arredamento, farmaceutico. Insomma, il made in Italy che ha bisogno di evolversi, innovare, crescere.

Negli anni 50 c’era un Premio Gaetano Marzotto per le arti figurative. Ma il mecenatismo si può fare in tanti modi. "Oggi noi vogliamo raccogliere il testimone e puntiamo sull’innovazione e la nuova imprenditorialità, che era uno dei driver di Gaetano junior", dice ancora Matteo con passione. Ricordando che dietro il progetto c’è un investimento di 20 milioni di euro, un capitale i cui interessi devono sostenere l’attività dell’Associazione.  

"Le aziende devono cambiare", insiste Matteo Marzotto. "E quindi il rapporto con le start up diventa necessario. Un buon executive attento e disponibile al cambiamento, un ceo che si pone il problema o ancora meglio un imprenditore lungimirante  sono interlocutori preziosi. Questa generazione sta vivendo l’equivalente di una guerra mondiale, come mio nonno che ne ha vissuto due. Lui inventò le giacche confezionate su scala industriale. Noi dobbiamo inventare qualcosa del genere. Dobbiamo credere anche nei business maturi, che hanno bisogno di rinnovarsi». 

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Giovanni Iozzia

Ho lavorato in quotidiani, settimanali e mensili prevalentemente di area economica. Sono stato direttore di Capital (RcsEditore) dal 2002 al 2005, vicedirettore di Chi dal 2005 al 2009 e condirettore di PanoramaEcomomy, il settimanale economico del gruppo Mondadori, dal 2009 al maggio 2012. Attualmente scrivo su Panorama, panorama.it, Libero e Corriere delle Comunicazioni. E rifletto sulle magnifiche sorti progressive del giornalismo e dell’editoria diffusa.  

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