Marchionne: la vittoria Pd è "un passo avanti"
Economia

Marchionne: la vittoria Pd è "un passo avanti"

L'amministratore delegato della Fiat ricorda Umberto Agnelli: oggi il gruppo assomiglia a lui. E "benedice" Renzi. Landini all'incontro sul contratto: "Vogliamo capire se l'azienda fa sul serio".

L'esito delle elezioni è "un passo avanti". Lo ha detto l'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne a margine della cerimonia di commemorazione di Umberto Agnelli, scomparso 10 anni fa. "La Fiat di oggi ha i tratti e le idee di Umberto Agnelli", ha aggiunto, "oggi la società ha la sua vocazione globale, la sua larghezza d'orizzonti. Ha la sua apertura mentale e culturale. Ha la sua coerenza e onestà intellettuale. Ha i suoi stessi valori e quel suo radicato senso del dovere. Quando penso a quanto la Fiat di oggi sia simile a Umberto Agnelli penso anche alla sua fiducia nel futuro, alla sua idea che nessuno di noi puo' cambiare il mondo ma ciascuno ha il dovere morale di fare qualcosa, usare la propria esperienza e le proprie capacita' per combattere la sfiducia e il declino”.

Umberto Agnelli, fratello dell’Avvocato, prima di morire indicò proprio in Sergio Marchionne l’uomo che la famiglia avrebbe dovuto chiamare a guidare l’impero del Lingotto. E così fu: il primo giugno del 2004 Marchionne prese le redini della Fiat trasformandola in una multinazionale in seguito all’acquisto della Chrysler nel 2009.

L’amministratore delegato del gruppo ha poi commentato il piano industriale del gruppo Fca (Fiat più Chrysler) ammettendo che “la parte più difficile del piano” consiste nel raggiungere i target di vendita dell’Alfa Romeo. Si tratta di 400mila aunto entro il 2018 a fronte delle circa 75mila vendute nel 2013. Ma ha anche aggiunto che il piano, presentato all'inizio di maggio a Detroit contiene obiettivi "assolutamente fattibili".

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Marco Cobianchi

Sono nato, del tutto casualmente, a Milano, ma a 3 anni sono tornato a casa, tra Rimini e Forlì e a 6 avevo già deciso che avrei fatto il giornalista. Ho scritto un po' di libri di economia tra i quali Bluff (Orme, 2009),  Mani Bucate (Chiarelettere 2011), Nati corrotti (Chiarelettere, 2012) e, l'ultimo, American Dream-Così Marchionne ha salvato la Chrysler e ucciso la Fiat (Chiarelettere, 2014), un'inchiesta sugli ultimi 10 anni della casa torinese. Nel 2012 ho ideato e condotto su Rai2 Num3r1, la prima trasmissione tv basata sul data journalism applicato ai temi di economia. Penso che nei testi dei Nomadi, di Guccini e di Bennato ci sia la summa filosofico-esistenziale dell'homo erectus. Leggo solo saggi perché i romanzi sono frutto della fantasia e la poesia, tranne quella immortale di Leopardi, mi annoia da morire. Sono sposato e, grazie alla fattiva collaborazione di mia moglie, sono papà di Valeria e Nicolò secondo i quali, a 47 anni, uno è già old economy.

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