Manovra economica 2019: ecco perché Tria vuole il deficit sotto il 2%
ANSA/MASSIMO PERCOSSI
Economia

Manovra economica 2019: ecco perché Tria vuole il deficit sotto il 2%

Il ministro conosce il valore della stabilità finanziaria. E intende dare un segno ai mercati e a chi presta i soldi all’Italia

“Dobbiamo dare un segno ai mercati finanziari, a coloro che ci prestano i soldi”. Con una sola frase pronunciata a un convegno di Confcommercio, il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha mandato un chiaro messaggio a chi spinge per fare più deficit e vorrebbe infischiarsene dello spread Btp/Bund, il differenziale d’interesse tra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi, che misura il grado di fiducia degli investitori internazionali sulla sostenibilità del nostro debito pubblico.

Sotto il 2%

Da qualche settimana a questa parte, il vicepremier e leader del Movimento 5Stelle, Luigi Di Maio, preme infatti per varare una manovra economica con un disavanzo pubblico maggiore del previsto, superiore ad almeno il 2% del prodotto interno lordo. Tria, invece, vuole stare ampiamente al di sotto di questa soglia, avvicinandosi all’1,6-1,7%.

A prima vista può sembrare una questione di decimali. A ben guardare, invece, è una questione di sostanza. “Stiamo attenti”, ha detto Tria, “perché a chiedere troppo si finisce per pagare interessi maggiori, con un risultato: ciò che si guadagna in termini di maggior spesa o di minori tasse lo si perde poi sotto forma di interessi più alti”.

Rassicurare i mercati

Proprio per questa ragione, il ministro dell’Economia vuole non eccedere con il deficit, in modo da ridurre il rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo, che attualmente supera ancora il 130% e non ha uguali in Europa, fatta eccezione per la Grecia. Bene o male, ha detto in sostanza Tria, a prestarci i soldi sono gli investitori internazionali, le grandi banche, i grandi fondi che a loro volta gestiscono soldi di altri, cioè di milioni di risparmiatori. 

Ignorarli non si può e bisogna sempre rassicurarli sul fatto che i nostro debito pubblico è sostenibile e che il governo di Roma non vuole fare politiche di spesa facile per mantenere promesse mirabolanti fatte in campagna elettorale. Il ministro ha comunque rassicurato che la manovra di bilancio del 2019,  anche con un deficit sotto il 2%, non sarà restrittiva ma espansiva per l’economia. Volenti o nolenti, però, con lo spread Btp/Bund bisogna sempre fare i conti. Infischiarsene non si può.


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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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