Luce, gas, acqua: in arrivo i rincari
Economia

Luce, gas, acqua: in arrivo i rincari

Nel 2012 abbiamo pagato l'8,5% in più per elettricità e gas. Ma dal 2013 scatterà la "tariffa ponte" anche per il servizio idrico. E non promette nulla di buono

Non bastavo le notizie diffuse oggi da Facile.it sui prezzi di luce e gas che in Italia sono elevatissimi. Dal 2013 ad appesantire ancora i conti delle famiglie italiane sarà anche l'acqua.

In un solo anno, secondo l'analisi di Facile.it sul mercato dei consumi energetici, il costo medio per luce e gas per ciascuna  famiglia italiana è cresciuto dell'8,5%. La città più cara è risultata  Bologna, con 2.040 € di costi complessivi annui, mentre Cagliari è  quella che ha fatto segnare i maggiori consumi di energia elettrica, con  3.200 Kwh. Sul fronte del gas, le città del sud hanno visto i maggiori  rincari nelle tariffe, con Bari a +8,18%, Napoli a +8,05%, Palermo a +  7,96% e Reggio Calabria a +7,76%. Sparse sul territorio, invece, le  province nelle quali si sono registrati i maggiori rincari nelle bollette della luce, con aumenti medi di oltre 11 punti percentuali a Milano come a Bari, a Pisa come a Trieste.

E ora si farà sentire anche l'acqua. Per ora l'Italia in Europa è abbastanta un'isola felice ma già dall'inizio del 2013 l'Authority per l'Energia ha intenzione di ritoccare le tariffe eistenti, per adeguarle progressivamente ai costi di mercato e soprattutto per poter affrontare interventi urgenti alla rete idrica italiana, che da più parti viene definita un "colabrodo". Sono stati infatti stanziati 65 miliardi di euro dalla stessa Autorità per interventi di lungo periodo per far fronte alle richieste dell'Unione europea in materia di inquinamento. Dalla "tariffa ponte" che scatterà tra poche settimane, poi, entro due anni si dovrebbe arrivare ad una "tariffa unica per ambito territoriale".

Insomma, dopo gli aumenti del costo di luce e gas registrati nei mesi scorsi, anche le bollette dell'acqua potrebbero diventare più pesanti. Il condizionale è d'obbligo, perchè il Presidente dell'Autorithy , Guido Bortoni, ha tenuto a specificare che occorrono interventi urgenti, ma anche la possibilità che gli investitori possano tornare sul mercato. Il che significa che se il ritocco al rialzo non sarà automatico, sarà comunque molto probabile. Secondo Bortoni, infatti, pur tenendo conto del referendum del 2011 (che ha sancito il no alla privatizzazione dell'acqua, NdR)...) si dovrà procedere con una tariffazione che tenga conto dei reali costi di gestione delle reti idriche, ma anche che "garantisca il ritorno degli investimenti (ma solo dopo che le opere necessarie saranno realizzate), facendo in modo che il mercato investa con tranquillità".  "Una volta a regime - ha sepigato l'Authority - si dovrà garantire "la sostenibilità economica della fornitura agli utenti domestici, assicurare l'integrale copertura dei costi di esercizio e di investimento, garantire la sostenibilità ambientale dell'uso della risorsa idrica attraverso l'applicazione del principio 'chi inquina paga', garantire il rispetto dell'esito referendario, introdurre meccanismi per favorire gli investimenti nel settore".

Obiettivi non facili da raggiungere, ma per i quali si dovrà mettere in campo ogni sforzo possibile, se si vogliono evitare le sanzioni europee. Il 15% della popolazione italiana, infatti, è ancora privo di impianto fognario, mentre le perdite della rete idrica sul territorio sono stimate intorno al 30%. In molti casi i depuratori mancano o sono insufficienti (30% dei casi) e in alcune regioni, specie al Sud, i problemi di approvvigionamenti idrico assumono proporzioni importanti, soprattutto nei mesi estivi. D'altro canto in Italia il costo dell'acqua è tra i più bassi d'Europa, anche perchè da molto tempo non vengono effettuati i necessari lavori alla rete idrica. Basti pensare che, secondo i dati 2011 del Rapporto Blue Book pubblicato da Utilitatis , il nostro Paese è quartultimo per costo dell'acqua tra i Paesi della zona Euro, con 1,55 euro circa al metro cubo. Dietro di noi solo Spagna, Portogallo, Grecia e Slovenia. Il più caro è invece il Lussemburgo, dove l'acqua costa in media 3,46 euro al metro cubo; a seguire il Belgio, con 3,44 euro/m3, l'Austria (3,15 €/m3), la Germania (3,07 €/m3), la Francia (2,82 €/m3).

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Eleonora Lorusso