Le cinque alternative al conto corrente
Economia

Le cinque alternative al conto corrente

Dopo la crisi di Cipro e il prelievo forzoso, sembra calare la fiducia dei risparmiatori nei depositi bancari. Ecco cosa può fare chi non vuole aprirne uno

Le mani dello stato sui conti correnti. E' ciò che temono (a torto o a ragione) molti risparmiatori europei dopo il salvataggio della Repubblica di Cipro, che effettuerà a un prelievo forzoso sui depositi bancari sopra i 100mila euro. Se nel Vecchio Continente i conti correnti oggi non sembrano più inviolabili come un tempo, va però ricordato che (almeno in  in Italia) esistono altri strumenti alternativi per gestire la propria liquidità, senza dover essere costretti a tenere i contanti in cassaforte o sotto il materasso. Ecco qualche idea.

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IL PRELIEVO (SCAMPATO) SUI PICCOLI DEPOSITI

LIBRETTI POSTALI.

La prima alternativa al conto corrente, per chi effettua un numero abbastanza frequente di prelievi o di versamenti, è rappresentata dai Libretti di Risparmio Postale, venduti negli sportelli di Poste Italiane e garantiti dalla Cassa Depositi e Prestiti (cioè dallo Stato). I libretti di risparmio possono essere utilizzati per parcheggiare la liquidità nel breve periodo e permettono di ritirare in qualsiasi momento i soldi in deposito, attraverso una carta Postamat (il bancomat delle poste). E' possibile accreditarvi la pensione Inps ma va ricordato che i libretti non sono dotati di codice Iban, cioè non possono ricevere bonifici. Attualmente, negli sportelli delle poste sono disponibili diverse categorie di libretti (ordinari, al portatore, dedicati ai minori) che offrono una remunerazione delle giacenze tra l'1 e il 3% lordo (a seconda della tipologia di prodotto scelta).

CARTE PREPAGATE.

Oggi molte banche (ma anche i gestori di giochi e lotterie o le catene della grande distribuzione di carburante), offrono delle carte ricaricabili e prepagate, che possono sostituire in tutto e per tutto i conti correnti, poiché sono dotate di un codice Iban e possono ricevere bonifici. Non va dimenticato, però, che la liquidità depositata sulle carte non è remunerata e che gli importi massimi di ogni ricarica  sono spesso limitati (attorno a 250 euro). Inoltre, a differenza di quanto avviene per i conti correnti, i soldi in giacenza sulle prepagate non sono protetti dal Fondo interbancario di Tutela dei Depositi (Fitd). Per questo, le carte ricaricabili sono adatte più che altro a chi ha pochi soldi a disposizione (qualche centinaia o migliaia di euro) e vuole usare uno strumento di pagamento  flessibile, senza dover aprire necessariamente un conto tradizionale. Chi, invece, ha una somma più consistente da parcheggiare deve indirizzarsi su altri strumenti.

BUONI FRUTTIFERI.

Per investire la liquidità nel breve termine, ci sono anche i Buoni Fruttiferi Postali (Bfp), strumenti finanziari venduti negli sportelli di Poste Italiane e garantiti (come i libretti) dalla Cassa Depositi e Prestiti, cioè dallo Stato. Il capitale versato nei Bfp è comunque  liquidabile in qualsiasi momento (tranne rare eccezioni), senza correre il rischio di perdere neppure un centesimo dei soldi. Non ci sono commissioni di sottoscrizione né di rimborso o di gestione, mentre i rendimenti dei Buoni partono da un minimo dell'1% lordo (esistono anche alcuni Bfp che garantiscono sempre un interesse pari o superiore all'inflazione). Più che un'alternativa al conto corrente tradizionale (che serve a gestire un numero elevato di pagamenti), i Buoni Fruttiferi rappresentano uno strumento di risparmio e d'investimento capace di sostituire i depositi bancari ad alta remunerazione, con cui milioni di italiani cercano di far fruttare i propri soldi, spesso tenendoli vincolati per qualche mese.

FONDI  MONETARI.

Come strumento per far fruttare la liquidità, ci sono anche i fondi comuni  monetari, che investono in obbligazioni e in titoli di stato di brevissima scadenza. Sono prodotti poco rischiosi , facilmente liquidabili  ma, purtroppo, hanno un difetto: spesso sono soggetti a costi di gestione elevati, che deprimono i rendimenti. Nell'ultimo anno, per esempio, il guadagno medio dei fondi monetari italiani è stato risicato,  tra lo 0,6 e lo 0,8% circa netto.

CONTO IN SVIZZERA.

Ai super-pessimisti che temono una rapina sui loro conti correnti da parte dello stato (come è avvenuto a Cipro), va ricordato che è possibile  anche aprire un conto all'estero, in maniera assolutamente legale, pure nei paesi al di fuori dell'area euro come la Svizzera. Basta dichiarare le attività finanziarie possedute oltreconfine (e gli eventuali proventi) nel quadro Rw del modello fiscale Unico.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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