Lettonia nell'euro: punti di forza e di debolezza
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Economia

Lettonia nell'euro: punti di forza e di debolezza

Economia solida dopo le manovre lacrime e sangue post 2008-2009. Ma c'è chi dubita che possa essere una nuova Cipro

La Lettonia dal 1 gennaio 2014 è entrata ufficialmente nell’Euro. È il diciottesimo paese a usare la moneta unica per la quale tanti invocano la distruzione e altri la necessità.

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Ma come mai alla piccola repubblica che conta 2 milioni di abitanti è stato dato il via libera a entrare nell’unione monetaria? Semplice: la Commissione Europea che ne ha promosso l’ingresso il 5 giugno del 2013, l’ha individuata come una delle nazioni più sane (economicamente parlando) del nostro continente. Frutto di un risultato di misure lacrime e sangue, resosi necessario per risanare i conti pubblici dopo la crisi finanziaria del 2008-2009 che ne aveva bruciato un quinto di pil.

I PUNTI DI FORZA
Il prodotto interno lordo lettone è cresciuto del 5,8% nel 2012 (si stima un +3,8 nel 2013), il rapporto debito/pil era pari al 46,5% (ma è stimato al 39,8% nel 2013), mentre il rapporto deficit/pil è sceso nel 2012 all’1,2% ed è previsto stabile. L’inflazione è buona: in media l’1,3% esattamente come la media europea.

I PUNTI DI DEBOLEZZA
La disoccupazione, scesa al 12,5%, resta comunque elevata (al 21% tra i giovani) e il 30% della popolazione vive in condizioni di povertà. Un’economia piccola ha bisogno magari piùlei dell’Europa di quanto l’Europa non abbia bisogno di lei.
In più non sono in pochi gli osservatori che vedono nella Lettonia una nuova Cipro. Ovvero una piccola cassaforte per i capitali stranieri (a Cipro rappresentavano l’800% del pil) e poco più.

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Ricordate la crisi di Cipro?
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È forse anche per questo che il Lats, la valuta lettone, è la prima a essere convertita in euro al di sotto delle parità e non al di sopra. 1 euro vale infatti 0,702804 lats.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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