Lenovo, ecco perché potrebbe comprare BlackBerry
Economia

Lenovo, ecco perché potrebbe comprare BlackBerry

Il colosso asiatico userebbe l'azienda canadese per consolidare la sua presenza nel settore degli smartphone, soprattutto nei mercati maturi

Yang Yuanqing, il Ceo della Lenovo, ha un buon inglese, la capacità di pesare le parole e un tono di voce pacato, che non scivola sull’enfasi nemmeno quando deve esprimere un concetto importante. Come al Mobile World Congress di Barcellona, dove Panorama lo ha incontrato in esclusiva per l’Italia e dove ha sottolineato «il forte impegno» della sua azienda nell’ampio campo dei dispositivi mobili. Notebook, ibridi, tablet, ma anche telefonini, un segmento in cui è deciso a portare avanti una vera e propria «strategia per gli smartphone». Ecco perché non può stupire quanto ha appena dichiarato a un giornale finanziario francese, ovvero che un accordo con la BlackBerry «potrebbe avere senso».

Yang Yuanqing ha messo le mani avanti, ha detto che prima è necessario «analizzare il mercato e capire esattamente quanto la compagnia sia importante». E un suo portavoce, dopo l’improvviso rimbalzo della notizia in tutto il mondo e l’aumento del 14 per cento in un solo giorno delle azioni della mora, ha tenuto a precisare che «non c’è stata valutazione specifica o attività in corso riguardo BlackBerry», ma il sasso è stato lanciato. Per la seconda volta peraltro, contando quanto dichiarato a gennaio dal direttore finanziario della Lenovo, ovvero che l’azienda sta considerando tutte le opportunità per espandere il suo business, inclusa la società canadese.

Il gigante asiatico ha già fatto qualcosa di molto più clamoroso nella sua storia: nel 2005 ha comprato la divisione PC di Ibm. E l’anno scorso si è accaparrata la CCE, la leader brasiliana nel comparto dei personal computer. Insomma, se c’è da investire per consolidare la sua posizione, la Lenovo non si tira indietro. D’altronde è con una politica di espansione internazionale, oltre ovviamente a una forte enfasi sull’innovazione e a una continuo arricchimento della line-up di prodotti, che già una volta ha scalzato HP dalla leadership mondiale nei PC e punta a ripetere lo sgambetto quanto prima.

Negli smartphone potrebbe riprodursi una rincorsa del genere. Sta già succedendo in Cina, dove l’azienda ha venduto 9 milioni di telefonini nell’ultimo trimestre, superando la Apple e piazzandosi seconda, dietro la Samsung. La voglia è quella di non fermarsi, di andare oltre: «Vogliamo andare nei mercati emergenti, con un approccio specifico e prodotti dedicati», ha spiegato Yuanqing a Panorama. E l’italiano Gianfranco Lanci, responsabile dell’area Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) dell’azienda, è stato ancora più specifico: «L’intenzione è quella di offrire prodotti a un prezzo molto contenuto. Certo, c’è un livello oltre il quale non si può scendere. Si parla di 30-40 dollari, ma penso sia impossibile a meno che non si desideri offrire uno schermo da 2 pollici. Diciamo piuttosto che un’economia di scala permette di contenere i costi e dunque, di riflesso, abbassare i prezzi». A chiudere di nuovo Yuanqing: «Pensiamo a telefoni che sono prodotti direttamente da noi e dunque possono essere offerti a costi competitivi. La nostra filosofia è il miglior bilanciamento possibile tra innovazione ed efficienza».

Tutto ciò per quello che riguarda i mercati emergenti, con bacini enormi come l’India o l’Indonesia in testa a cui rivolgersi. Per quello che riguarda i mercati maturi, dove l’offerta di smartphone sta già per saturarsi, per stessa ammissione di Yuanqing è forse «troppo presto» per tentare l’assalto alla diligenza. A meno di non prendere le redini di un’azienda già radicata, conosciuta, peraltro in fase di rilancio, che ha una clientela affezionata nel settore business e in alcuni Paesi (vedi l’Inghilterra) ha saputo sfondare anche presso fette di popolazione inaspettate, come i giovanissimi. Nonostante le smentite o gli inviti alla prudenza vista la volubilità dei mercati, se Lenovo comprasse BlackBerry o chiudesse un qualche tipo di accordo con la società canadese, sarebbe difficile biasimarla o non cogliere il senso.

Di sicuro il colosso asiatico non farebbe il salto del 2005, quando assicurandosi la divisione PC di Ibm passò dal nono al terzo posto nella classifica dei produttori, ma farebbe parecchi passi in avanti nella graduatoria degli smartphone, dove, secondo i dati di Idc, la BlackBerry ha avuto nel 2012 una quota di mercato del 4,6 per cento, con 32,5 milioni di unità vendute. Dati che, in Canada lo sperano vivamente, potrebbero essere ancora più confortanti visto l’arrivo del nuovo sistema operativo e dei nuovi telefoni. Ecco, con la corsa al primo posto in Cina, con un’espansione nei mercati emergenti e un piede, seppur frutto di un accordo nei mercati maturi, la Lenovo potrebbe seriamente iniziare a fare paura alla Samsung, alla Apple e anche a ZTE e Huawei, che nel lungo periodo pure puntano alla leadership mondiale. E se in questo braccio di ferro la qualità degli smartphone si alzerà e i prezzi si abbasseranno, c’è da mettere in conto che a beneficiarne saranno anche gli utenti, ovvero tutti noi.

Twitter: @marmorello

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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