Legge Stabilità 2016, tutti i soldi che Renzi deve trovare
Angelo Carconi/Ansa
Economia

Legge Stabilità 2016, tutti i soldi che Renzi deve trovare

Taglio di imu e tasi, aumento degli stipendi pubblici, sgravi contributivi e clausole di salvaguardia. Così l'esecutivo ha bisogno di oltre 25 miliardi

Più di 25 miliardi di euro. E' la cifra che, secondo le stime più accreditate, il governo Renzi dovrà trovare il prossimo anno nelle maglie del bilancio pubblico, per tagliare le tasse (come promesso dal premier), sterilizzare le clausole di salvaguardia, aumentare gli stipendi pubblici e confermare gli sgravi contributivi già concessi quest'anno alle imprese che assumono. Ecco, di seguito, una panoramica su tutte le risorse che l'esecutivo deve reperire entro settembre, con la presentazione della prossima Legge di Stabilità.

Tasse sulla casa (imu e tasi)

Come annunciato dal premier, la prossima Legge di Stabilità conterrà un taglio delle tasse sulla prima casa. Dovrebbe scomparire dunque la tasi, ma c'è chi parla di mantenere un prelievo sulle abitazioni di lusso. E' destinata alla cancellazione anche l'imu sui terreni agricoli e sui macchinari industriali di grandi dimensioni ancorati al suolo (i cosiddetti imbullonati). Tutti questi tagli necessitano di coperture finanziarie per oltre 4 miliardi di euro.

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Pensioni

L'incognita più grande della prossima Legge di Stabilità riguarda le pensioni. Da tempo, il ministro del Lavoro Poletti dice di voler rendere più flessibili i criteri di uscita dal lavoro stabiliti attualmente dalla Legge Fornero (che consente di mettersi a riposo attorno ai 66-67 anni o con 42-43 anni di contributi). Non è chiaro, però, quali misure verranno adottate dall'esecutivo a settembre, visto che cambiare incisivamente la riforma Fornero comporta un costo elevato per le casse pubbliche. Le proposte di modifica già presentate in Parlamento, per esempio, necessitano di coperture finanziarie per almeno 7-8 miliardi di euro l'anno.

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Incentivi alle assunzioni

Il governo vuole confermare nel 2016 gli sgravi sui contributi (fino a un massimo di 8.060 euro all'anno per ogni lavoratore) per le aziende che assumono a tempo indeterminato (o convertono un contratto a termine in un inquadramento stabile). Già nel 2015, questi incentivi sono costati 1,8 miliardi di euro alle casse dello stato e costeranno ben 5 miliardi nel 2016. Non è escluso però che che gli sgravi diventino più selettivi, concentrati sulle regioni del Sud o sul lavoro femminile.

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Reddito minimo

Da tempo si parla di una estensione nel 2016 del sostegno all'inclusione sociale (Sia). Si tratta di un reddito minimo garantito che, in via sperimentale nelle grandi città, oggi viene riconosciuto alle famiglie che si trovano sotto la soglia di povertà. Da mesi, si parla di estendere il sussidio agli ultra55enni che hanno perso il lavoro e che non beneficiano di altri ammortizzatori sociali. Una misura del genere costerebbe almeno1,5 miliardi di euro.

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Stipendi pubblici

Dopo una recente sentenza della Corte Costituzionale, il governo non può più tenere bloccati (come negli anni scorsi) gli stipendi dei dipendenti pubblici, ma dovrà rivalutarli per tenere conto dell'aumento del costo della vita. Tale misura comporterà per le casse dello Stato un costo compreso tra 1,2 e 1,6 miliardi di euro.

Clausole di salvaguardia

L'impegno più grande per il ministro dell'economia, Pier Carlo Padoan, riguarderà di sicuro le clausole di salvaguardia imposte dell'Ue al nostro paese. Il governo italiano ha infatti concordato da tempo con Bruxelles degli aumenti automatici dell'iva e delle imposte indirette come le accise per un totale di 16 miliardi circa, qualora non venissero centrati determinati obiettivi di bilancio. L'esecutivo dovrà dunque passare al setaccio tutti i possibili risparmi di spesa da mettere in cantiere a partire da gennaio, per evitare le clausole di salvaguardia.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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