Banche fallite: i danni senza il decreto
ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
Economia

Banche fallite: i danni senza il decreto

Il Mef tira fuori i numeri: sarebbero bruciati 12 miliardi di risparmi di 1 milione di correntisti e in difficoltà sarebbero andate 200 mila imprese

11 novembre 2015

La questione del salvataggio di 4 banche italiane (Banca Marche, Etruria, Cariferrara e CariChieti) con il decreto salvabanche che, utilizzando 3,6 miliardi di risorse previste da un fondo finanziato da altri istituti di credito, ne ha evitato il fallimento, continua a far discutere.

Al centro del dibattito le conseguenze per piccoli risparmiatori che, titolari di azioni o di obbligazioni subordinate ad alto profilo di rischio vendute come prodotti a basso rischio, hanno perso tutto. Oggi il Ministero dell'economia ha spiegato esattamente quali sarebbero state le conseguenze in caso di mancata approvazione del decreto. Ben più gravi.

La difesa del Mef

Il decreto salvabanche ''ha messo al sicuro i risparmi di circa 1 milione di correntisti e obbligazionisti per un controvalore di circa 12 miliardi di euro'', ai quali si aggiungono i posti di lavoro di 6.000 dipendenti e di 1.000 persone dell'indotto.

Il decreto - spiega il Mef - consente la continuazione delle attività delle vecchie banche in capo a nuove entità e impegna risorse finanziarie per 3,6 miliardi previste da un fondo finanziato da altre banche. "Tutela - è scritto sul sito del Tesoro - l'intero sistema sociale e produttivo servito dalle banche, ad esclusione degli investitori che hanno allocato proprie risorse su titoli ad alto rischio d'impresa come le azioni e le obbligazioni subordinate".

Il ministero spiega gli effetti. "Grazie al salvataggio sono nate 4 nuove banche con forza patrimoniale molto superiore a quella delle banche originarie, gravate da crediti in sofferenza o non esigibili". C'è anche un effetto sul territorio. "Le 4 nuove banche - viene spiegato - sostengono il tessuto economico del territorio: circa 200.000 piccole e medie imprese, commercianti e artigiani che dispongono di fidi e aperture di credito continuano a godere del sostegno finanziario per la propria attività da parte delle nuove banche''.

Dal 23 novembre sono stati erogati e rinnovati crediti per 300 milioni di euro a oltre 1.500 piccole imprese, artigiani, commercianti e agricoltori. "Si è conservato - aggiunge poi il ministero - il livello occupazionale sul territorio, perchè i 6.000 dipendenti proseguono il loro rapporto di lavoro con le nuove banche e anche le 1.000 persone occupate nell'indotto non hanno subito impatti a causa della crisi".

Sul tessuto socio-economico dei territori in cui operano le 4 banche vengono quindi riversati più di 24 miliardi di euro di raccolta.

Il Mef spiega anche cosa sarebbe accaduto senza il decreto. ''L'alternativa al salvataggio sarebbe stata la liquidazione delle banche - afferma - In questo caso la procedura avrebbe comportato la vendita di tutte le attività e la distribuzione degli eventuali proventi, comunque insufficienti a un rimborso completo, tra i creditori, insufficiente a un rimborso completo. Il numero di persone destinate a subire un danno patrimoniale sarebbe stato certamente di diversi ordini di grandezza superiore alle 10.500 persone che hanno investito in obbligazioni subordinate. Inoltre in caso di liquidazione sarebbe stata richiesta la restituzione dei crediti a vista messi a disposizione delle imprese sul territorio per un valore superiore a 10 miliardi di euro. Questo perchè in caso di liquidazione bancaria i titolari di un prestito o un mutuo vengono chiamati a restituirli immediatamente. Ovviamente sarebbe stato interrotto il rapporto di lavoro con i dipendenti".

I 4 nuovi istituti nati con il decreto salva banche dalle "vecchie" Banca popolare dell'Etruria e del Lazio, Banca delle Marche, Cassa di risparmio di Ferrara e Cassa di risparmio della Provincia di Chieti "sostengono il tessuto economico del territorio: circa 200.000 piccole e medie imprese, commercianti e artigiani che dispongono di fidi e aperture di credito continuano a godere del sostegno finanziario per la propria attività da parte delle nuove banche" aggiunge il Ministero.

Bankitalia replica a Bruxelles
"Prodotti inadatti e figli della cultura finanziaria anglosassone sono quelli che hanno dato luogo nel 2007 alla più grande crisi dal '29 a oggi. La verità è che il Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, in tempi non sospetti ha chiesto di arrivare a vietare la vendita di obbligazioni subordinate agli sportelli in modo che solo investitori istituzionali potessero acquistarli e non i semplici risparmiatori".

Lo afferma al Corriere della Sera, Salvatore Rossi, direttore generale della Banca d'Italia. Su un intervento diretto, Rossi spiega: "Non possiamo vietare di vendere questo o quel prodotto. Non abbiamo poteri così ampi. E ricordo che a vigilare sulla sollecitazione al risparmio è preposta un'altra autorità".

- LEGGI ANCHE: Ora la procura indaga sul pensionato suicida

Sul fatto che l'Europa sembra voler accusare Bankitalia e l'Italia in genere, Rossi spiega: "Vorrei evitare di entrare nel solito gioco Italia contro l'Europa, è innegabile però che ci sia stata una diversità di vedute tra autorità italiane, il governo in primis ma anche noi, e Bruxelles, o meglio la Direzione generale alla concorrenza.

È quest'ultima che ci ha di fatto spinto a seguire la strada oggi criticata che ha portato al salvataggio di Banca Marche, Carife, CariChieti ed Etruria".

Alla domanda se non senta come Vigilanza la responsabilità, il direttore della Banca d'Italia replica: "I risultati della Vigilanza vanno misurati sull'intero sistema. In questi ultimi sette anni di crisi prima finanziaria, poi del debito sovrano ed economica, il numero e la dimensione delle crisi bancarie in Italia sono state una frazione rispetto a quanto accaduto in Spagna, Germania, Francia e Olanda.

10 novembre
Il premier Matteo Renzi assicura che il governo, dopo aver salvato migliaia di correntisti, troverà una soluzione anche per gli obbligazionisti delle 4 banche salvate. Ma dall'Ue arriva l'accusa all'Italia: sono stati venduti prodotti non idonei.

All'indomani della notizia del suicidio di un pensionato che aveva perso tutti i risparmi di una vita nella vicenda, Bruxelles attacca: nel caso di Banca Marche, Carife, CariChieti, e Banca Etruria, "c'è chiaramente una conseguenza per dei cittadini che si sono ritrovati con della banche che stavano vendendo prodotti non idonei", ad ogni modo le misure adottate dal governo italiano per far fronte alla crisi di liquidità dei quattro istituti di credito "sono state ritenute compatibili con la legislazione europea", dice il commissario Ue per la Stabilità finanziaria e i servizi finanziari, Jonathan Hill.

Hill ricorda che il 22 novembre la Commissione europea ha dato il via libera al salvataggio delle quattro banche e sottolineato che i casi analoghi registrati in passato in altri Paesi "sono avvenuti prima della riforma delle regole del sistema bancario".

Renzi: "meno male che abbiamo firmato il decreto"

Il presidente del Consiglio Renzi esprime innanzitutto "il proprio dolore e fa le condoglianze alla famiglia" del pensionato che si è tolto la vita dopo aver perso più di 100.000 euro. E poi aggiunge: "io dico meno male che abbiamo fatto il decreto perchè sennò la situazione sarebbe stata anche peggiore: almeno, abbiamo salvato migliaia di conti correnti. Tuttavia stiamo cercando di poter individuare una soluzione, soprattutto per gli obbligazionisti, nei limiti delle regole europee, una forma di ristoro".

"Vedo di buon occhio che il Parlamento possa aprire una commissione di indagine, o sindacati di valutazione, sul sistema bancario degli ultimi 10 anni. Mi sembra un'ottima idea", conclude Renzi. Anche il segretario generale della Cei, Nunzio Galantino, interviene sulla tragica vicenda: "Dobbiamo fare molto di più perchè in Europa non conti solo il valore del Pil". 


Le reazioni delle associazioni e della politica

Il Codacons ha deciso di presentare un esposto alla Procura della Repubblica per il grave reato di istigazione al suicidio. Sul fronte politico Matteo Salvini chiede "l'azzeramento" della Banca d'Italia: "Sono pagati per vigilare. Cosa vigilavano? Dove erano? Banca Etruria, CariFerrara, MontePaschi, dove sono i vigilanti? Toccava a loro, dovrebbero pagare loro. Le colpe sono equamente distribuite perche' la nuova normativa europea sulle banche, avallata da Renzi, tira in ballo i correntisti, quindi se saltera' una banca d'ora in poi non paga il banchiere, paga chi ha il conto corrente, ma le sembra normale?". Beppe Grillo invece su twitter lancia #IoNonMuoioPerLeBanche.

I più letti

avatar-icon

Redazione