Lavoro, le potenzialità di crescita legate a internet
Economia

Lavoro, le potenzialità di crescita legate a internet

Vivendo in città mi capita di percepire la presenza di internet un po’ ovunque: entro a bere il caffè in un bar dove è esposto in vetrina il cartello wi-fi zone, vedo persone in metropolitana che inviano mail o chattano …Leggi tutto

(Credits: istockphoto)

Vivendo in città mi capita di percepire la presenza di internet un po’ ovunque: entro a bere il caffè in un bar dove è esposto in vetrina il cartello wi-fi zone, vedo persone in metropolitana che inviano mail o chattano su Facebook, e così mille altre situazioni. Internet per me è la normalità ma spesso non è così; in Italia ci sono zone in cui la rete arriva a malapena o proprio non arriva precludendo, per certi versi, possibilità di contatto e creazione di lavoro e business.

Le potenzialità di internet sono oramai note ai più e la sua diffusione è in continua crescita. Il valore aggiunto che il web può dare alle realtà aziendali, piccole o grandi che siano, è alto perché migliora la produttività e crea nuove opportunità – solo per fare degli esempi, dall’e-commerce per ampliare il mercato fino ai social network per entrare in contatto con il proprio target – ma spesso non viene sfruttato a dovere. Capita di frequente di vedere la mancanza di figure in grado di “leggere” le possibilità offerte dalla rete e applicarle nella pratica della propria realtà aziendale.

Leggendo il rapportoCrescita digitale. Come Internet crea lavoro, come potrebbe crearne di più” realizzato da Italia Futura in collaborazione con Google dedicato al potenziale economico e occupazionale di internet, si capisce come i margini di crescita del web e di conseguenza i posti di lavoro che si potrebbero creare siano interessanti, con un generale aumento della competitività delle aziende grazie all’utilizzo di nuovi strumenti 2.0.

Il rapporto illustra come in Italia la rete ha già creato 700.000 nuovi posti di lavoro e che la internet economy ha contribuito al 2% del PIL nel 2010. Nonostante questi risultati il nostro paese sconta un ritardo nella diffusione di internet non da poco rispetto alla media europa. Nell’analisi di Italia Futura emerge che se l’Italia nel 2010 fosse stata in grado di arrivare alla stessa diffusione di internet della Francia ci sarebbero circa 200.000 occupati in più nella fascia d’età tra i 15 e i 64 anni, di cui 100.000 nella fascia 15-24. Se poi fosse stata in grado di raggiungere i livelli dell’Olanda – posizionata ai vertici della classifica – gli occupati in più sarebbero oltre 275.000, di cui oltre 140.000 giovani.

Si poteva, sì, ma si può fare ancora molto. La diffusione di internet ha un impatto positivo sull’occupazione, soprattutto su quella giovanile: viene calcolato che un ipotetico aumento della diffusione di Internet del 10% comporterebbe un aumento dell’occupazione complessiva dello 0,44% e un aumento dell’occupazione giovanile dell’1,47%.

Le cause della nostra situazione sono sempre un po’ le stesse, diciamocelo…difficoltà di accesso al credito, burocrazia, ecc. Quello che è sicuro è che i margini di miglioramento ci sono e sono realizzabili attraverso visioni politiche in grado di cogliere le opportunità legate al tema e che incentivino lo sviluppo, un sostegno alle imprese, finanziamenti e procedure più rapide.

In questo processo di “potenziale” crescita le nuove generazioni possono davvero fare la differenza perché hanno una dimestichezza elevata con il mondo digitale e sono in grado di portare il loro know-how all’interno delle aziende. Quindi largo ai giovani!! Insomma, con tutto il rispetto per la categoria, ho provato a spiegare a mia madre cosa fosse e come si usasse Instagram ma non c’è stato verso, un’impresa titanica…vi immaginate cosa potrebbe accadere se dovessi insegnarle ad usare Twitter?

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Luca Orioli

Mi chiamo Luca, classe '83, esperto di comunicazione, giornalista free lance e 'startupper' da una vita con una decina di progetti chiusi nel cassetto che stanno lentamente prendendo forma. Appassionato di fotografia e serie tv, ho una formazione umanistica e l’estremo bisogno di vedere cose nuove.
Qualche anno fa, terminata l’Università [degli Studi di Milano, laurea in Scienze dei Beni Culturali], mi sono ritrovato un po’ spaesato nell’affacciarmi sul mondo del lavoro. Leggevo annunci dove ricercavano account, responsabili risorse umane, project manager o community manager, etichette che sembravano nascondere un mondo, ma per me completamente prive di significato. Dopo diverse esperienze ho intrapreso la strada che sto percorrendo oggi, ma da quel momento è rimasta l'esigenza di tradurre in parole comprensibili il mondo delle professioni. Così nasce il mio blog, Lavoro in Corso.

Vuole essere un Virgilio nella giungla dell'impiego, una traccia per esplorare il panorama del lavoro tra professioni emergenti, opportunità sommerse, esperienze vissute e capire in cosa consiste un determinato profilo, come intraprenderlo, quale percorso fare e le competenze necessarie per arrivarci.

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