Lavoro, come diventare Color Designer
Economia

Lavoro, come diventare Color Designer

Nonostante secondo il calendario ci troviamo in piena primavera, il meteo di questi giorni, almeno a Milano, sembra più simile a quello di un autunno inoltrato. L’unico elemento che fa capire subito che però di autunno non si tratta sono …Leggi tutto

Nonostante secondo il calendario ci troviamo in piena primavera, il meteo di questi giorni, almeno a Milano, sembra più simile a quello di un autunno inoltrato. L’unico elemento che fa capire subito che però di autunno non si tratta sono i manti verdi delle foglie che finalmente hanno cominciato a coprire quei tristi rami cittadini. Il colore acceso del fogliame mi ha sempre dato, fin da quando ero piccolo, una verve tutta diversa. È da queste piccole cose che mi rendo conto quanto un colore possa cambiarmi la giornata.

(CMF_scenario LEGO / credits Francesca Valan)

La cosa interessante è che esiste una figura professionale che con i colori ci lavora a stretto contatto studiandoli e traddandoli per creare progetti e prodotti; sto parlando del color designer, figura non molto diffusa in Italia ma con un potenziale di crescita molto interessante.

IL CONTESTO IN CUI OPERA

Il color design è una disciplina relativamente recente, nasce negli anni ’80, quando l’industria chimica ha reso illimitate le possibilità di realizzare il colore. Il ruolo di questo elemento è di fondamentale importanza: il mondo dei colori infatti rappresenta un linguaggio della comunicazione e le aziende, per esempio, hanno capito che una progettazione cromatica ben fatta consente un migliore posizionamento dei prodotti nel mercato.

COSA FA

Il color designer progetta l’identità visiva di un prodotto tramite la definizione del colore, dei materiali e delle finiture, è una attività progettuale che si affianca al percorso progettuale della forma, il color designer dialoga sempre con l’architetto o il designer ma il percorso è parallelo e non subordinato. Riassumendo le mansioni che svolge un professionista del colore per lo sviluppo di un progetto troviamo:

- analisi storica dell’azienda

- analisi del mercato

- analisi dei competitors

- definizione scenario

- definizione color presence  & color distribution

- definizione numero e varianti

Il percorso dipende dalla complessità del progetto: progettare il colore di un ambiente è molto più semplice che progettare nuove linee di cellulari di una multinazionale che implica analisi del prodotto, del mercato, dei competitors, ecc. Nel percorso progettuale entrano inoltre in gioco molte variabili da considerare: la capacità produttiva dell’azienda, la durata del prodotto sul mercato, ecc.

COME SI FORMA

In linea generale sono richieste competenze in design del prodotto e progettazione. I percorsi formativi ideali sono legati al mondo del design: laurea o laurea breve in Industrial Design o Interior Design e specializzazione tramite master o stage in studi specializzati.

Sono numerosi i master e approfondimenti che possono essere seguiti:

- IACC Italia, Associazione Italiana dei Progettisti/Consulenti del Colore, organizza percorsi di Alta Formazione per Progettisti del Colore (www.iacc-italia.org).

- Il prossimo autunno verrà presentato il Master in Color Design & Technology che partirà da Marzo 2014. Il master è di primo livello e sarà gestito congiuntamente dal Politecnico di Milano e dall’università degli Studi di Milano ed erogato dal Consorzio Poli.Design. (https://www.polidesign.net/it/colordesign)

DOVE LAVORA

Il color designer è una figura trasversale e specializzata che opera nei settori della moda, del design, dell’architettura, dell’arredo e della comunicazione. Solitamente lavora in grandi aziende che hanno un design team e come free lance che opera in supporto agli studi di design e architettura

QUANTO GUADAGNA

In questa fase il reddito subisce la crisi del momento, può essere paragonato a quello di un industrial designer. Il range è di 50/80 ero all’ora ma sul guadagno incidono molto le spese dello studio.

CHI SEGUIRE SU TWITTER

@pantone: l’azienda Pantone

@Color4Charlotte: professionista specializzata in interior design e colore

@DesignObserver: portale dedicato al mondo del design

L’INTERVISTA

Per approfondire la professione ho parlato con Francesca Valan, color designer che lavora presso lo Studio Valan di Miano.

- mi descrivi in 5 righe il tuo percorso lavorativo per arrivare a diventare Colour Designer?

Ho frequentato 5 anni di Istituto d’arte di Udine – sezione Mobile, lezioni di industrial design con il grande professore Virgilio Forchiassi, 4 anni allo IED di Milano dove ho ottenuto il Diploma in Industrial design, Master in Design Delle Superfici – progetto DIR. Ho successivamente collaborato nello studio di Clino Castelli fino al 1997 e parallelamente con Jorrit Tornquist per i progetti di architettura. Oltre a lavorare nello studio attualmente insegno in diverse scuole e questo mi consente di restare sempre aggiornata.

- come hai scoperto questo lavoro?

Ho sempre avuto la passione dei colori e ho avuto Jorrit Tornquist come insegnante, che mi ha dato tutte le basi teoriche sul colore. Clino Castelli mi ha insegnato a progettare il  colore.

- in quale settore ti sei specializzata?

Il design colore è una disciplina trasversale, la specializzazione è limitativa. Passare dagli ascensori agli scarponi da sci arricchisce molto le competenze. Se posso dirmi specializzata direi nel campo dei bambini: progetto per loro giochi, scuole, laboratori e percorsi didattici. Vorrei in futuro aprire una scuola del colore, come quelle di musica: insegnando ai ragazzi di 18 anni ho capito che posso fornire solo le basi, posso spiegare come “suonare intonati”; se avessero già le basi farei di loro dei compositori.

- quali sono le principali esigenze delle aziende quando ti contattano?

In genere è quello di ottimizzare il numero di colori e adeguare l’estetica del prodotto al gusto del consumatore. Il linguaggio del colore evolve come tutti i linguaggi, un nuovo prodotto deve avere una identità contemporanea. Al giorno d’oggi il colore sbagliato compromette l’acquisto. Non sempre si tratta solo di tendenze, per la Chicco ho progettato giochi con colori e grafiche adeguati alle capacità visive e cognitive dei bambini. Per la Creon ho progettato una serie di colori adatti per esigenze visive ai diversi ambienti della casa.

- che tipo di persone incontri durante la tua attività professionale?

Persone di ogni professione e questo è uno degli aspetti più interessanti di questo mesiere. In un’azienda dialogo con l’amministratore delegato, con i designer, con i tecnici. Quando faccio un percorso didattico in mostra incontro il curatore, gli organizzatori gli esecutori mentre se progetto una scuola dialogo con la direttrice e le maestre.

- come si svolge una tua giornata lavorativa tipo?

Sono una specie di giocoliere: seguo progetti molto diversi contemporaneamente. Il percorso didattico della mostra Nevelson si è intrecciato con un progetto di macchine da caffè e con un sistema cromatico per gli esterni. Se ho un dubbio su un progetto lo rimetto in discussione ed è per questo che i tempi si allungano molto e spesso lavoro anche di sabato e domenica.

- come è considerata questa figura nel mercato italiano?

Direi che quasi non esiste. Molti si stupiscono quando racconto cosa faccio.

- come ti aggiorni, ci sono libri ad hoc o corsi?

Mi aggiorno insegnando, ho quasi 200 ragazzi ogni anno, da tutto il mondo. Compro i libri che trovo, ma sono pochi e spesso le informazioni sono “scadute”.

Consiglio di sfogliare libri di natura – farfalle, paesaggi, fiori – perchè è sempre perfetta, anche cromaticamente; la cosa migliore da fare per imparare a sentire i colori è guardarla.

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Luca Orioli

Mi chiamo Luca, classe '83, esperto di comunicazione, giornalista free lance e 'startupper' da una vita con una decina di progetti chiusi nel cassetto che stanno lentamente prendendo forma. Appassionato di fotografia e serie tv, ho una formazione umanistica e l’estremo bisogno di vedere cose nuove.
Qualche anno fa, terminata l’Università [degli Studi di Milano, laurea in Scienze dei Beni Culturali], mi sono ritrovato un po’ spaesato nell’affacciarmi sul mondo del lavoro. Leggevo annunci dove ricercavano account, responsabili risorse umane, project manager o community manager, etichette che sembravano nascondere un mondo, ma per me completamente prive di significato. Dopo diverse esperienze ho intrapreso la strada che sto percorrendo oggi, ma da quel momento è rimasta l'esigenza di tradurre in parole comprensibili il mondo delle professioni. Così nasce il mio blog, Lavoro in Corso.

Vuole essere un Virgilio nella giungla dell'impiego, una traccia per esplorare il panorama del lavoro tra professioni emergenti, opportunità sommerse, esperienze vissute e capire in cosa consiste un determinato profilo, come intraprenderlo, quale percorso fare e le competenze necessarie per arrivarci.

Buona lettura e lascia commenti per raccontare la tua esperienza o fornire ulteriori informazioni ai lettori.
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