Lavorare in Australia, Canberra cerca militari
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Economia

Lavorare in Australia, Canberra cerca militari

In cambio, offre ottimi salari e prospettive di carriera, e 130mila euro per coprire le spese di trasferimento

Un tempo era solo la Legione Straniera ad accogliere militari dal resto del mondo. Oggi, le difficoltà che alcuni Paesi incontrano nell'attrarre uomini da inquadrare nei propri eserciti e la progressiva scomparsa (almeno nel mondo occidentale) della leva obbligatoria fanno sì che l'idea di reclutare personale militare straniero sia presa in seria considerazione da parecchi governi.

A fare da apripista è stata l'Australia. Da qualche anno, infatti, anche chi non ha il passaporto australiano può entrare a far parte delle locali Forze Armate. Il programma di reclutamento all'estero ha avuto sinora un discreto successo: nel periodo tra il 2006 e il 2013, sono sbarcati in Australia quasi ottocento militari provenienti dal resto del mondo. La maggior parte è arrivata da Paesi anglosassoni, ma non mancano tedeschi, greci, polacchi e anche qualche italiano.

Per incoraggiare l'afflusso di soldati dall'estero e invogliare personale qualificato ad indossare la divisa australiana, sono stati previsti notevoli incentivi. Anzitutto quelli economici, perché a un salario più che ragionevole corrispondono anche ottime prospettive di carriera. Ancora, chi viene reclutato godrà di un canale preferenziale nel caso voglia ottenere la cittadinanza del Paese che lo ospita, e riceverà una bella somma di denaro (per i più qualificati si parla di duecentomila dollari, pari a circa centotrentamila Euro, da utilizzare per le spese di trasferimento e riaddestramento).

Agli ottocento che già hanno intrapreso questa esperienza, l'offerta è parsa ben appetibile: del resto, l'Australia ha un'economia florida, che non ha risentito della crisi globale e che è cresciuta a tassi costantemente superiori al 3% annuo, ed è da qualche anno tornata ad attrarre importanti flussi migratori; perciò, la possibilità di diventarne cittadino è un'opportunità che può far gola a molti. Non solo: le Forze Armate sono in fase di rinnovamento e il bilancio della Difesa è in crescita. Infatti, dopo un ventennio di riduzioni e tagli, dovuti alla fine delle necessità correlate alla Guerra Fredda, a Canberra hanno deciso di investire per rafforzare esercito, marina e aviazione. In un biennio, le spese militari saranno portate al 2% del Pil, una quota che era stata raggiunta per l'ultima volta nel 1992. In cifre, si tratta di un bel salto in avanti. 300 milioni di dollari andranno solamente alle forze di terra, mentre altri centocinquanta saranno destinati a quelle navali.

Il bando per il reclutamento di soldati semplici è aperto fino alla fine del mese di maggio ed è destinato solamente a elementi con esperienza militare alle spalle. Nel corso dell'anno, potrebbe essere pubblicato anche un bando per ufficiali, anche se non è detto, peraltro, che il programma continui nei prossimi anni. Una fetta importante dei nuovi fondi messi a disposizione della Difesa, infatti, andrà a coprire aumenti nelle retribuzioni del personale, anche con l'obiettivo di attirare reclute australiane e non dover ricorrere più agli stranieri.

 

 

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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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