Lamborghini, dove investe e chi assume in Italia
Epa Photo/Ansa
Economia

Lamborghini, dove investe e chi assume in Italia

Raddoppio dello stabilimento di Sant'Agata (Bo) e 500 nuovi posti di lavoro per produrre il Suv. Ecco i piani della casa automobilistica

Uno stabilimento che raddoppia di superficie, tremila veicoli prodotti ogni anno entro il 2018, circa 800 milioni di investimenti e 500 nuovi posti di lavoro, per lo più nelle attività di ricerca e sviluppo svolte da ingegneri e tecnici. Sono questi i numeri che definiscono l'impegno di Lamborghini, noto marchio dell'industria automobilistica italiana controllato dal 1998 dalla tedesca Audi (gruppo Volkswagen), per avviare nel nostro paese la produzione di un nuovo Suv.


Lamborghini: il paradiso della classe operaia


Si chiamerà Urus, costerà la bellezza di 180mila euro ma sarà comunque il primo modello che Lamborghini costruisce per le famiglie. Grazie alla nuova produzione, l'organico della casa automobilistica italiana (nella fabbrica di Sant'Agata Bolognese) aumenterà di quasi il 50%, passando dalle attuali 1.200 unità a circa 1.700, persone. “Ci hanno convinto la competenza e la passione italiane”, ha detto l'amministratore delegato di Audi, Rupert Stadler, dopo un incontro ieri a Palazzo Chigi con il premier Matteo Renzi e il ministro dello Sviluppo, Federica Guidi. L'accordo per la produzione del nuovo Suv ha avuto infatti bisogno dell'imprimatur del governo, poiché lo stato italiano darà all'azienda un centinaio di milioni di euro di incentivi, tramite la Regione Emilia-Romagna e l'agenzia per gli investimenti Invitalia, oltre che attraverso la decontribuzione per i nuovi assunti prevista dalla Legge di Stabilità.



Lamborghini, perché il governo ha pronti 100 milioni di incentivi


L'accordo annunciato ieri da Lamborghini è senz'altro un risultato importante per il “sistema Italia”. Il gruppo Volkswagen ha infatti centinaia di fabbriche in tutto il mondo e la decisione di puntare sul nostro paese per costruire il Suv era tutt'altro che scontata. Anzi, inizialmente la casa tedesca sembrava intenzionata a preferire la Slovacchia e gli stabilimenti di Bratislava, dove Audi è già presente in forze con diverse produzioni di auto sportive e di lusso. Alla fine, invece, è stata scelta l'Italia, in una fabbrica in cui il sindacato più “rosso” di tutti”, cioè la Fiom di Maurizio Landini, ha una maggioranza bulgara superiore al 90%. Se con la Fca di Sergio Marchionne i litigi sono all'ordine del giorno, con Lamborghini la Fiom è invece sempre andata d'accordo. Non a caso, qualche giorno fa l'azienda e il sindacato hanno raggiunto un'intesa per un contratto integrativo aziendale che fa invidia agli operai di molte altre imprese e che si articola su un modello di relazioni industriali alla tedesca, basato su una forte collaborazione tra azienda e dipendenti.


Landini-story: dove vuole arrivare il capo della Fiom


Nell'accordo siglato, per esempio, vengono stabiliti dei limiti stringenti all'utilizzo dei contratti a termine (che non possono superare il 10% dell'organico) e vengono fissati anche degli obblighi di informazione e consultazione reciproca tra management e sindacati, riguardo all'organizzazione e alle condizioni del lavoro. Non manca poi una parte molto ampia dedicata agli aumenti retributivi e ai miglioramenti delle ferie, dei permessi e dei congedi di maternità e paternità. Nel cuore dell'industria motoristica della Valle Padana, insomma, c'è un angolo di Germania dove tutti sembrano andare d'amore e  d'accordo: azienda, operai e dirigenti sindacali, in perfetto stile teutonico.

I più letti

avatar-icon

Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

Read More