La Perla, Silvio Scaglia e il matrimonio che fa discutere
Economia

La Perla, Silvio Scaglia e il matrimonio che fa discutere

L'inventore di e.Biscom (ora Fastweb) batte Calzedonia e si aggiudica il marchio di intimo in crisi. Dubbi sul piano industriale

Cosa ci fa un ingegnere elettronico ultracinquatenne nell’universo della moda? E per di più in una storica griffe dell’intimo di alta gamma dal futuro finanziario incerto come La Perla? Le intenzioni di Silvio Scaglia , almeno quelle ufficiali, sono di riportare il brand bolognese ai vecchi fasti, raddoppiando nel giro di due anni il giro d’affari. L’imprenditore tramite Sms Finance si è aggiudicato la nota griffe dell’intimo italiano in concordato preventivo, con una offerta da 69 milioni di euro sbaragliando così la concorrenza di Calzedonia e dell’israeliana Delya Galil Industries.

“Non siamo un fondo, io sono un imprenditore” ha risposto Scaglia all’uscita dall’asta per La Perla a chi gli ricordava le perplessità espresse dai sindacati per un investitore avvertito più come un fondo di investimento che come un partner industriale.  “Dopo Omnitel e Fastweb , io mi impegno in prima persona su La Perla” ha ribadito Scaglia sottolineando l’impegno a tutelare tutti i dipendenti, tranne quelli dei due stabilimenti già chiusi (come previsto nell’offerta). “Faremo di La Perla un grande marchio mondiale della bellezza e lusso femminile» ha concluso confermando che metterà sul piatto 110 milioni per rilanciare il brand   

Sandro Veronesi, sconfitto per la seconda volta nella corsa alla conquista del brand dell’intimo di lusso, non l’ha presa bene. Anche perché fino allo scorso 23 maggio, Calzedonia pareva avere l’accordo in tasca anche grazie al via libera dei sindacati. “Dalla padella degli americani (Usa Jh Partners, proprietario dal 2007 ndr) alla brace di Scaglia. Povera La Perla. Mi dispiace per i dipendenti, che devo dire si sono fatti vivi in tanti per chiedere di sostenerli”, ha dichiarato il patron di Calzedonia . “Abbiamo fatto quello che abbiamo potuto e tirato parecchio sul prezzo. Ci saranno grati i creditori delle banche, che prenderanno molti più soldi. Il mondo è pieno di aziende comperate da fondi di investimento che si sono trovati in mano cose che non sanno gestire”.

In effetti sul mercato cresce la curiosità su come Scaglia, fondatore di un imperi hi tech come quello di Fastweb (nata come e.Biscom, la prima società al mondo che sviluppava una rete pubblica in fibra ottica) e Babelgum (web tv interattiva), voglia affrontare il mondo del lusso di alto di gamma. “Il nostro piano è investire pesantemente per rilanciare la rete commerciale ed il marchio. Poi bisogna rinnovare i prodotti” ha dichiarato Scaglia che punterebbe a raddoppiare i ricavi in due anni (dai 113 milioni del 2011, un dato in caduta libera rispetto ai 170 milioni registrati nell'esercizio precedente), trasformando La Perla nella Victoria Secrets dell’Estremo Oriente.

Già ma come? Scaglia nel mondo finanziario viene identificato con la creatura forse più nota, e.Biscom la cui quotazione, agli albori del 2000, fece storia. Eppure è proprio il caso di dire che oltre l'hi tech c'è di più. All'imprenditore infatti fa capo il Fondo Pacific Capital che, a sua volta, controlla la società di modelle e di eventi Elite World e Gold Typhoon (ex Emi Music Cina). L'idea di Scaglia, secondo quanto finora emerso, è quella di far interagire le tre realtà così da creare sinergie e far decollare le vendite anche di La Perla. Vedremo se ce la farà.

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Cinzia Meoni