Iva, e ora l’aumento è inevitabile
Economia

Iva, e ora l’aumento è inevitabile

La crisi di governo fa saltare il provvedimento di copertura per lo slittamento di tre mesi del rincaro dell’imposta sui consumi

Le sorti politiche del governo Letta sono ormai nelle mani delle forze di maggioranze, quelle economiche di milioni di consumatori del nostro Paese sono invece ormai decise: dal primo ottobre scatterà il tanto temuto aumento dell’Iva. Nonostante infatti il governo avesse preannunciato il reperimento delle risorse necessarie a far slittare il rincaro dell’imposta sui consumi (attraverso accise sulla benzina e aumenti degli acconti delle imprese per Irap e Ires), l’improvvisa precipitazione delle crisi politica ha bloccato l’approvazione del provvedimento nel Consiglio dei ministri dello scorso venerdì.

IVA: IL DILEMMA DELL'AUMENTO

A questo punto dunque non ci sono alternative al via libera di un aumento dell’aliquota del 21% al 22% che come prevedibile si scaricherà sui prezzi di tutta una serie di beni di consumo.  Automobili e televisori, computer ed elettrodomestici, giocattoli  e articoli sportivi. E poi ancora abbigliamento e calzature fino a profumi e cosmetici. Qui è possibile reperire un elenco completo dei beni che aumenteranno. Per quello che riguarda invece il settore alimentare, la stragrande maggioranza dei beni non subirà ripercussioni, visto che ad essi si applicano le aliquote più basse del 4 e del 10%. Gli unici prodotti che risentiranno dell’aliquota superiore del 22% saranno il vino, liquori e superalcolici, bevande gassate, succhi di frutta e caffè.

IVA, ECCO PERCHE' DOVEVA AUMENTARE 

In ogni caso gli effetti sulle famiglie si faranno sentire. Secondo le stime rese note dalla Cgia di Mestre, restando al solo ambito dell’Iva, gli aumenti complessivamente saranno pari a circa 4,2 miliardi di euro per l’intero 2014, senza contare gli ultimi mesi del 2013, che peseranno per circa un miliardo. Di questa quota, che si riversa come noto a carico di imprese e famiglie, queste ultime subiranno aggravi di spesa pari a circa 2,4 miliardi.

IVA E BILANCIO PUBBLICO, UN LEGAME FORZATO

Infondate, infine, sembrano le ipotesi circolate in queste ore, secondo cui un governo rimesso in sella e che dovesse quindi riottenere la fiducia, potrebbe in un secondo momento rivedere l’aumento e stopparlo. Una prospettiva allo stato dell’arte tecnicamente molto complicata e dunque probabilmente impraticabile.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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