Irpef: chi guadagnerà di più con le nuove detrazioni di Renzi
Maurizio Brambatti/Ansa
Economia

Irpef: chi guadagnerà di più con le nuove detrazioni di Renzi

Circolano ipotesi di una rimodulazione degli sgravi fiscali destinati a premiare chi ha uno stipendio medio tra 1.300 e 1.500 euro al mese. Meno avvantaggiati i redditi bassi

I tecnici del ministero dell'economia stanno lavorando intensamente e valutando diverse ipotesi. L'obiettivo è trasformare in realtà quanto ha promesso il premier Matteo Renzi, che vuole aumentare di 80 euro al mese le buste paga, per i lavoratori che guadagnano meno di 25mila euro lordi all'anno, cioè circa 1.500 euro netti al mese. Come riuscirci? La strada più facile da battere consiste nell'aumentare le detrazioni per lavoro dipendente, cioè gli sconti fiscali che già esistono e che i contribuenti ricevono ogni anno, in misura forfettaria, sull'irpef (imposta sui redditi delle persone fisiche).

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In pratica, una volta calcolata l'imposta lorda, i lavoratori dipendenti possono detrarre (cioè sottrarre) dall'importo dovuto una cifra fino a 1.880 euro. Con le regole attuali stabilite dal governo Letta, la detrazione massima viene riconosciuta a chi guadagna poco più di 8mila euro lordi l'anno. Una volta superata questa soglia, lo sconto fiscale per i dipendenti si abbassa progressivamente, per annullarsi una volta raggiunta la soglia dei 55mila euro di retribuzione lorda annua.

Ora, per tagliare l'irpef a dieci milioni di italiani, il governo Renzi sembra intenzionato ad agire proprio sulle detrazioni per lavoro dipendente. Nelle settimane scorse, è circolata l'ipotesi di innalzare lo sconto fiscale massimo da 1.880 a 2.400 euro e di estenderlo dai redditi sotto gli 8mila euro circa a quelli che arrivano attorno ai 20mila euro. Adesso, però, c'è un'altra soluzione allo studio e consiste nel mantenere a 1.880 euro la detrazione massima, estendendola però a chi guadagna fino a 24mila euro lordi, cioè 1.441 euro al mese. Una volta oltrepassato questo livello di reddito, la detrazione comincerà a scendere in maniera progressiva fino ad annullarsi completamente, come avviene già oggi, sopra i 55mila euro.

Se prevalesse quest'ultima ipotesi, i benefici sulle buste paga sarebbero ben diversi (e più modesti), rispetto a quelli previsti il mese scorso (si veda l'articolo di Panorama.it del 14 marzo). Ecco, di seguito, qualche esempio concreto

COSA CAMBIA PER I LAVORATORI

-Per un contribuente che dichiara appena 10mila euro lordi all'anno, cioè 700 euro circa al mese, con il nuovo sistema delle detrazioni il peso dell'irpef si ridurrebbe di appena 90 euro da qui a dicembre, con un aumento nella busta paga di 10 euro netti mensili (tenendo conto anche della tredicesime)

-Per un lavoratore con uno stipendio di 20mila euro annui, corrispondenti a poco più di 1.200 euro netti mensili, l'aumento in busta paga sarebbe invece di circa 60 euro.

-Il vantaggio maggiore, se le ultime ipotesi di riforma delle detrazioni si avverassero, lo otterrebbe chi guadagna 24mila euro lordi all'anno, cioè 1.450 euro circa al mese. In questo caso, l'aumento nella busta paga sarebbe infatti pari agli 80 euro promessi da Renzi.

-Anche i contribuenti che guadagnano di più otterrebbero un piccolo beneficio, destinato però ad annullarsi completamente attorno alla soglia di reddito dei 55mila euro lordi annui. Nel caso di un lavoratore con uno stipendio di 30mila euro annui, cioè di 1.700 netti al mese, ci sarebbe per esempio un aumento nella busta paga di poco inferiore ai 40 euro al mese.

Non va dimenticato, infine, che il governo Renzi è intenzionato a dare qualcosa anche anche agli incapienti, cioè a quei lavoratori che guadagnano talmente poco, meno di 8mila euro lordi all'anno, da non pagare neppure un centesimo di irpef. Per gli incapienti, c'è l'ipotesi che l'esecutivo dia al lavoratore un bonus di 350-400 euro da qui a dicembre (circa 40 euro al mese) che dovrebbe essere liquidato sullo stipendio dal datore di lavoro. L'azienda che versa le somme potrà poi recuperarle quando dovrà pagare l'irpef per tutti gli altri dipendenti, cioè quando dovrà girare al fisco le trattenute sulle buste paga.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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