Gli investimenti degli italiani nel 2013
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Gli investimenti degli italiani nel 2013

Aumenta la disaffezione verso il mattone e i titoli di Stato a vantaggio di altre forme di investimento più liquide

Il 2013 si chiude confermando l'addio degli italiani al mattone e ai titoli di Stato per abbracciare altre forme di investimento più liquide o, in alcuni casi, più rischiose.

Il maggiore trend negativo lo fanno segnare appunto gli investimenti immobiliari: sono crollati dal 70% nel 2006 al 29% nel 2013 (dati Ipsos Acri ). In misura minore, calano anche i titoli di Stato: la flessione nello stesso periodo è del 9%.

Aumenta del 23%, invece, il numero dei possessori di libretti di risparmio e conti deposito, tanto che due italiani su tre oggi preferisce mantenere i propri risparmi liquidi, magari per far fronte a future spese e mantenere così invariato il proprio tenore di vita.

Un tendenza confermata anche dall’ultimo Supplemento al Bollettino statistico di Bankitalia, che però fotografa la situazione del 2012: rispetto al 2011 la quota di ricchezza direttamente detenuta dalle famiglie italiane in Bot e Btp è continuata a diminuire (5% contro il 5,2% di fine 2011) mantenendosi a un livello inferiore rispetto a quello della seconda metà degli anni ‘90, quando ammontava in media al 21%.

La quota di ricchezza detenuta in azioni e partecipazioni (circa 550 miliardi di euro, pari al 15%) è salita, invece, dalla fine del 2011 di 1,4%, grazie all’aumento della quota di titoli italiani non quotati (nel 2000 ammontava a circa un quarto delle attività finanziarie totali). Cresce dello 0,6% anche la ricchezza detenuta dalle famiglie italiane in fondi comuni d’investimento, che sempre più spesso distribuiscono una cedola periodica.

Gli italiani, inoltre, preferiscono oggi forme di investimento più liquide: depositi bancari, il risparmio postale e il contante rappresentavano poco più del 31% del complesso delle attività finanziarie pari a 3.670 miliardi di euro (+4,5%).

Quanto allo stock di ricchezza complessiva, è diminuita di 51 miliardi di euro (-0,6%) a fine 2012 a causa della diminuzione delle attività reali a 5.768 miliardi (-3,5%): la ricchezza in abitazioni detenuta dagli italiani a fine 2012 ammontava a oltre 4.800 miliardi di euro, corrispondenti in media a più di 200.000 euro per famiglia, un dato in calo del 3,9% a prezzi correnti.

E che potrebbe calare ancora, visto che il mattone continuerà a svalutarsi nei prossimi due anni: nel secondo semestre 2013, secondo i dati Nomisma,  i prezzi sono calati del 2% per le abitazioni nuove e del 2,2% per quelle usate. 

Non bisogna dimenticare, infine, gli italiani che rimangono ancora fuori dal circuito bancario: secondo i dati più recenti della Cgia di Mestre, sono ancora oggi 15 milioni.

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Massimo Morici

Scrivo su ADVISOR (mensile della consulenza finanziaria), AdvisorOnline.it e Panorama.it. Ho collaborato con il settimanale Panorama Economy (pmi e management) e con l'agenzia di informazione statunitense Platts Oilgram (Gas & Power).

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