Infortuni sul lavoro, cosa resta ancora da fare
ANSA/MASSIMO PERCOSSI
Economia

Infortuni sul lavoro, cosa resta ancora da fare

Il 1°maggio 2018 è dedicato alle persone che perdono la vita in fabbrica, per strada o nei cantieri. Analisi di un fenomeno da debellare

Loris Biasio, 59 anni, artigiano di San Michele al Tagliamento (Pordenone) , purtroppo  non festeggerà il 1°maggio. Pochi giorni fa gli è stata fatale una tragica caduta dalle impalcature mentre lavorava in un hotel di Bibione. La Festa del Lavoro del 2018 sarà dedicata anche a lui e alle centinaia di italiani, operai e artigiani di vari settori, che ogni anno perdono la vita mentre svolgono la loro professione.

Loris Biasio è infatti l'ultima vittima di una lunga catena di incidenti che le cronache raccontano pressoché quotidianamente. Per questo i sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno voluto incentrare le celebrazioni del 1° Maggio proprio sui temi della sicurezza del lavoro, un campo nel quale l’Italia ha ancora molta strada da compiere.

Sopra la media europea

Secondo le rilevazioni di Eurostat, nel nostro Paese ci sono ogni anno circa 3,1 morti per motivi professionali ogni 100mila lavoratori. Si tratta di una cifra superiore alla media europea (2,38) e al dato dei paesi più virtuosi come la Germania (1,25) e la Danimarca. Certo, va ricordato che ci sono anche nazioni che se la passano peggio di noi come la Francia (3,99 morti ogni 100mila lavoratori) o la Spagna (3,5), ma si tratta di una magra consolazione.

Lo sanno bene pure i ricercatori della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro che, a poca distanza dal 1° maggio, hanno pubblicato uno studio sugli infortuni professionali dal titolo eloquente: “Un lavoro poco sicuro”. Nel 2016, secondo le cifre più aggiornate rielaborate dai consulenti del lavoro, ci sono stati in Italia 4.894 infortuni professionali che hanno portato alla morte di 842 persone. Rispetto a qualche anno fa si vedono segnali di miglioramento: nel 2012, per esempio, gli infortuni censiti erano 5.963 e i morti ben 1.072 all'anno.

Irregolarità diffuse

Nel 2017, secondo i dati dell'Inail, c'è stata però una inversione di tendenza dopo anni di calo e gli infortuni hanno iniziato a crescere di nuovo (+5% circa nel primo semestre). “Oltre 800 morti bianche rappresentano ancora un dato allarmante ” , ha detto Rosario De Luca, presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, ricordando che sono passati ormai dieci anni dal Decreto Legislativo n. 81 del 2008, il Testo Unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

La nuova legge ha definito meglio le procedure per prevenire gli incidenti e ha individuato le figure aziendali che devono occuparsi di queste attività. Una norma scritta sulla carta, però, da sola non basta, visto che nel 76% delle imprese oggetto di ispezioni vengono rilevate irregolarità proprio in materia di sicurezza. Per abbattere il numero di morti professionali, insomma, occorre ben altro.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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