India: ecco perché potrebbe battere la Cina
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Economia

India: ecco perché potrebbe battere la Cina

Gli indicatori economici fanno pensare che il Paese abbia i numeri per diventare un formidabile concorrente

A una settimana dall'annuncio dei risultati delle urne per la camera bassa del Parlamento attesi per il 16 maggio, Forbes invita a non dare le cose per scontate quando si ha a che fare con l'India. Riprendendo un’analisi  pubblicata da Asia Confidential, infatti, la testata evidenzia come l’India sia ben avviata a contrastare il primato economico della Cina il cui motore - pare - avrebbe iniziato a girare a regime più contenuto. Il Pil continua a rallentare più velocemente di quanto dichiarato e ci vorranno anni per vedere gli effetti della stretta sul credito. Inoltre, sul breve periodo, le riforme introdotte da Pechino impattano sulla crescita, come già si può vedere dalla lotta alla corruzione che ha influito negativamente sui consumi. 

Nel frattempo, l’India sembra giocare un ruolo subordinato. Il Pil si attesta sotto il 5%, un record negativo da vent’anni a questa parte; il debito pubblico e l’indebitamento delle imprese sono alti, il disavanzo delle partite correnti è stato fuori controllo fino a poco tempo fa, l’inflazione è cresciuta lo scorso anno fino ad arrivare a una doppia cifra, la fiducia delle imprese e gli investimenti sono depressi, mentre la corruzione, secondo le stime, ha sottratto 80 miliardi di dollari al Paese negli ultimi dieci anni. 

Leggendo i segnali in prospettiva, però, è lecito ipotizzare che l’economia dell’India, dopo aver toccato il fondo, sia pronta a risalire. Il disavanzo è migliorato, la moneta si è stabilizzata, l’inflazione sta rallentano e gli utili delle aziende stanno crescendo. Il prossimo taglio dei tassi di interesse, favorito da un rallentamento dell’inflazione, potrebbe essere il catalizzatore di un nuovo ciclo di investimenti. Come se non bastasse, la comparsa sulla scena politica nazionale di Narendra Modi, già alla guida per dodici anni del Gujarati, potrebbe accelerare ulteriormente le cose. Sotto l'amministrazione di Modi, per esempio, il Pil del Gujarati è triplicato e molti indicatori sociali sono migliorati. Oggi, il Gujarat, con 60 milioni di abitanti, è responsabile del 25% delle esportazioni indiane, mentre ospita solo il 5% della sua popolazione. 

Infine, inizia a essere rivalutato anche il modello decentralizzato indiano, considerato inferiore a quello gerarchico utilizzato dalla Cina. Il decentramento, per esempio, ha permesso di condividere la crescita economica con le aree rurali, dove i salari sono aumentati di quasi il 15% annuo negli ultimi dieci anni, rispetto al 2% medio della città. Tutto ciò, precisano gli analisti , non significa che l’India sostituirà la Cina sul podio di prima economia dell’Asia: ma è proprio perché il Paese ha ancora molta strada da fare e per le particolari condizioni politico-economiche che si stanno venendo a creare che il sorpasso potrebbe entrare a far parte dell’equazione in futuro. 

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Stefania Medetti

Sociologa e giornalista, ho barattato la quotidianità di Milano per il frenetico divenire dell'Asia. Mi piace conoscere il dietro le quinte, individuare relazioni, interpretare i segnali, captare fenomeni nascenti. È per tutte queste ragioni che oggi faccio quello che molte persone faranno in futuro, cioè usare la tecnologia per lavorare e vivere in qualsiasi angolo del villaggio globale. Immersa in un'estate perenne, mi occupo di economia, tecnologia, bellezza e società. And the world is my home.

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