Imu, seconda rata: dopo il caos il governo prova a rimediare
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Economia

Imu, seconda rata: dopo il caos il governo prova a rimediare

Per l’abolizione completa dell’imposta sulle seconde case l’esecutivo va a caccia di altri 150 milioni di euro

Alcuni commercialisti ormai non hanno più dubbi nel definire la vergognosa vicenda dell’Imu come uno dei più ingarbugliati e confusi intrighi fiscali mai affrontati in anni e anni di onorata professione. E devono essersene accorti anche dalle parti di Palazzo Chigi, dove ormai pare non si stia pensando ad altro che a trovare una soluzione per la copertura della seconda rata dell’imposta sugli immobili, che si vorrebbe, ma per il momento restano appunto ancora solo intenzioni, non far pagare in toto ai proprietari di prima casa.

IMU, LA MALEDIZIONE DELLA SECONDA RATA

Intenzioni come detto, visto che l’ultima versione della tassazione locale messa in campo, oltre all’introduzione della nuova Iuc, prevede che comunque nei Comuni in cui sono state alzate le aliquote dell’Imu tra il 2012 e il 2013, i contribuenti che posseggono una prima casa, debbano comunque elargire il 40% della differenza tra i due importi. Una sorta di mini-Imu come qualcuno l’ha ribattezzata, che ha fatto piovere critiche pesantissime sul governo, soprattutto da parte dei tanti sindaci, molti delle più grandi città, che non ci stanno ad essere visti come vessatori fiscali dai propri concittadini, quando a non mantenere le promesse è proprio il governo. E quest’ultimo ha deciso allora di correre ai ripari. Due le ipotesi sul tappeto al momento.

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La prima consisterebbe in un’abolizione totale dell’imposta, compreso il contributo aggiuntivo relativo al cambio di aliquote. Per mandare in porto un provvedimento del genere, che chiuderebbe definitivamente ogni polemica, ci vorrebbero però almeno altri 150 milioni di euro. Una cifra che secondo l’ottimista ministro degli Affari regionali Graziano Delrio il governo dovrebbe essere in grado di reperire nelle pieghe della legge di stabilità in discussione attualmente alla Camera dopo il via libera del Senato. Meno convinto sembra essere però il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, che batte sul concetto secondo cui i cittadini non dovrebbero prendersela con il governo, ma con le tante amministrazioni locali nelle quali bilanci in rosso profondissimo, hanno spinto i sindaci ad aumentare le aliquote.

TUTTO SULLE LEGGE DI STABILITA'

Tra l’altro l’elenco dei Comuni in queste condizioni diventa sempre più ampio. Infatti ai circa 800 iniziali, tra i quali metropoli come Milano, Roma e Napoli, se sono aggiunti circa altri 2.000 nei quali si sono avute variazioni di aliquote dal 2011 al 2012, con la conferma delle stesse poi anche per l’anno in corso. In totale parliamo dunque di circa 2.700 amministrazioni locali che battono cassa dalle parti di Palazzo Chigi. Ecco perché nel governo si guarda con interesse alla seconda proposta sul tappeto. Essa prevede che i contribuenti paghino la mini-Imu per poi vedersi rimborsare il tutto tra qualche tempo, verosimilmente a febbraio. In questo modo infatti l’esecutivo potrebbe distribuire lo sforzo economico su tempi un po’ più lunghi, con la speranza di reperire risorse fresche nei prossimi mesi. I sindaci però sembrano non fidarsi di questa prospettiva dilatoria, e chiedono invece che si trovino subito i fondi.

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Il confronto è in corso e c’è da scommettere che nelle prossime ore le novità non mancheranno. Con buona pace dei tanti commercialisti che, questa volta, alla stregua di normali cittadini-contribuenti, ancora non riescono a trovare il bandolo della matassa per poter comunicare ai propri clienti se e quanto dovranno pagare di Imu.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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