Imu: le tre strade per il nuovo governo
Economia

Imu: le tre strade per il nuovo governo

Mantenere, abolire o cambiare l'imposta sugli immobili. Ecco il dilemma del nuovo esecutivo e i costi di ogni soluzione

Ridurre, cancellare o lasciare invariata l'imu ? E' il dilemma con cui dovrà vedersela subito il prossimo governo, se il premier incaricatoEnrico Letta riuscirà a portare a termine la delicata missione appena affidatagli dal presidente Napolitano.

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L'imposta municipale unica che colpisce gli immobili è stata al centro dell'ultima campagna elettorale e tutti gli schieramenti politici, in un modo o nell'altro, hanno promesso di ritoccare questa tassa, che è senza dubbio la più odiata dai contribuenti italiani. Presto, il premier incaricato dovrà tentare una mediazione difficile tra le posizioni in campo. Ecco nel dettaglio gli scenari all'orizzonte.

NESSUN RITOCCO

La prima ipotesi è che l'imu non venga ritoccata poiché il prossimo governo si concentrerà su altri temi, primo fra tutti il finanziamento della cassa integrazione in deroga, per la quale c'è  bisogno di un tesoretto di 1-1,5 miliardi di euro. Ci sono poi altre questioni sul piatto, come quella irrisolta dei lavoratori esodati  o i prossimi aumenti dell'iva e della tares (l'imposta sui rifiuti) che, per essere evitati, necessitano di coperture  finanziarie per quasi 4 miliardi. Inoltre, la sopravvivenza dell'imu è resa ancor più probabile dall'imminente scadenza della prima rata dell'imposta, che è in calendario per metà giugno e  restringe i margini di tempo per un intervento dell'esecutivo.

ABOLIZIONE TOTALE

Se l'imposta sugli immobili venisse cancellata totalmente (seppur soltanto sull'abitazione principale), prevarrebbe la linea politica del centrodestra che, in campagna elettorale, aveva proposto due misure: l'abolizione dell'imu sulla prima casa dovuta nel 2013 e anche la restituzione di quella versata dagli italiani lo scorso anno. Si tratta di una manovra che avrebbe un costo di 8 miliardi di euro: 4 miliardi di mancati introiti sulla tassa del 2013 e altri 4 per quella del 2012. La cifra non è di per sé astronomica ma, con gli attuali vincoli di bilancio, trovare le coperture finanziarie è comunque difficile . Nel Pdl è circolata più volte (anche in campagna elettorale) l'idea di alzare altre imposte come quelle sugli alcolici, i tabacchi, i giochi e le lotterie. Per la restituzione della tassa sul 2012, alcune forze politiche del centrodestra come Fratelli d'Italia di Guido Crosetto e Giorgia Meloni hanno proposto invece di rimborsare l'importo pagato dalle famiglie con l'emissione di Btp (Buoni del Tesoro Poliennali) con scadenza a 10 anni.

RIDUZIONE

Una posizione intermedia è quella del Partito Democratico. In campagna elettorale, il segretario Bersani ha proposto l'estensione da 200 a 500 euro delle detrazioni sulla prima casa (previste attualmente per l'imu). In tal modo, crescerebbe  la platea delle famiglie che non pagano l'imposta sull'abitazione principale (che arriverebbe all'80% di tutti i contribuenti). Anche questa misura, però, non è certo indolore per le casse dello stato poiché necessita, secondo le stime più accreditate, di una copertura finanziaria di ben 2,5 miliardi di euro: una cifra superiore a quella necessaria ad alleggerire la tares oppure per evitare il previsto aumento dell'iva dal 21 al 22%, in calendario fra tre mesi. Per trovare le coperture, i democratici propongono un aumento dell'imposta sulle case di lusso o sulle seconde abitazioni. Favorevole a un alleggerimento dell'imu è anche Scelta Civica di Mario Monti, che ha proposto però una misura diversa dal Pd, cioè l'aumento delle detrazioni per le famiglie con figli a carico e per  pensionati.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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