Imu, aliquote 2013? Tutto da decidere (o quasi)
Economia

Imu, aliquote 2013? Tutto da decidere (o quasi)

Il governo lascia ai Comuni mano libera per cambiare gli importi tra l’acconto e il saldo. Uno scherzetto che ci costerà 1,2 miliardi in più

A chi pensava che l’inferno delle aliquote Imu ballerine fosse solo un brutto ricordo del 2012 dovrà purtroppo ricredersi. Con una norma inserita all’ultimo momento nel decreto sullo sblocco dei pagamenti della pubblica amministrazione infatti, si riaffaccia lo spettro di aliquote che cambieranno strada facendo. Lo scorso anno ricordiamo tutti che per l’acconto i contribuenti fecero dapprima riferimento alle aliquote base stabilite dal governo, mentre per il saldo si dovettero rifare  i conti sulla scorta delle aliquote maggiorate predisposte con specifica delibera da ciascun amministrazione locale. Per il 2013 si pensava dunque di poter avere maggiore chiarezza fin dall’inizio, con sindaci che stabilissero delle aliquote di partenza in base alle quali si sarebbe pagata la prima rata a giugno e la seconda a dicembre. Niente di più sbagliato purtroppo.

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Come detto infatti, nel decreto sopra citato, è stata aggiunta una postilla secondo cui i Comuni potranno entro il 16 maggio stabilire le aliquote del saldo. Se poi i conti in cassa non dovessero tornare, avranno tempo entro il 16 novembre per rivedere gli importi e stabilire nuove aliquote sulla base delle quali si pagherà il saldo di dicembre. Quello che si prospetta dunque è un nuovo valzer impazzito di cifre e di calcoli che tra l’altro costringerà i contribuenti a farsi fare i conti due volte dai propri commercialisti o consulenti. Uno spiacevole scherzetto che causerà un ulteriore aggravio di spese per famiglie e imprese. La Cna ha stimato infatti che questo nuovo balletto di aliquote ci costerà, in termini di oneri amministrativi, quindi di spese aggiuntive per commercialisti e consulenti vari, ben 1,2 miliardi di euro in più. Insomma, come al solito, bisogna fare i conti con una burocrazia impazzita che sembra non voler in nessun modo considerare le esigenze di chiarezza dei contribuenti. Si deve pagare senza sapere nemmeno quanto. Sorprese delle quali faremmo volentieri a meno.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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