Economia

Il portale del lavoro “democratico” per tutti, Amazon Mechanical Turk

Dal 2005 su Amazon Usa è attivo il portale Mechanical Turk, un luogo virtuale dal nome davvero curioso che presenta migliaia di proposte di lavoro. Lo dico subito, non è la nuova El Dorado del web anche se alcune …Leggi tutto

Dal 2005 su Amazon Usa è attivo il portale Mechanical Turk, un luogo virtuale dal nome davvero curioso che presenta migliaia di proposte di lavoro. Lo dico subito, non è la nuova El Dorado del web anche se alcune premesse potrebbero farlo pensare: scegli il lavoro che preferisci, esegui brevi compiti da qualunque luogo, informazioni precise, contatto diretto con il datore di lavoro.

Non appena ho letto l’articolo pubblicato sul The Weekly Standard dove si parlava dell’Amazon Mechanical Turk, la prima cosa che ho fatto è stata di andare a cercare cosa significasse. Dopo qualche breve indagine, su Wikipedia ho subito svelato il mistero: “Il turco” era un ingegnoso dispositivo che simulava un giocatore di scacchi umano. Inventato daVon Kempelen Kempelen nel 1769, l’automa era in realtà messo in funzione dall’interno da un maestro di scacchi che attraverso un sistema di magneti e ingranaggi era in grado di manovrare i pezzi sulla scacchiera. Con questo strumento Von Kempelen impressionò mezza Europa convincendo tutti di aver realizzato una macchina in grado di utilizzare un’intelligenza artificiale. Un nome davvero calzante per la versione multimediale dell’epoca contemporanea.

Oggi, infatti, si parla spesso di quanto le intelligenze artificiali stiano prendendo piede a discapito dell’uomo ma ci sono ancora attività per cui, almeno per il momento, dell’uomo non si può proprio fare a meno. È su questi presupposti che si basa l’idea di Amazon Mechanical Turk, una vetrina che raccoglie annunci di lavoro che non possono essere svolti in modo automatico da un’intelligenza artificiale.

Già questo è un elemento insolito, ma non finisce qui. Un altro aspetto interessante è il modello di interazione e di business con cui viene messa in contatto la domanda e l’offerta; si tratta infatti di un esempio di crowdsourcing che prevede la delega per lo svolgimento di una determinata mansione – quelle che vengono richieste su Mechanical Turk in genere sono attività molto semplici, meccaniche e ripetitive – a persone completamente sconosciute grazie all’ausilio di una piattaforma virtuale su internet.

Le persone che popolano questo internet marketplace si incontrano attraverso gli annunci e collaborano per piccoli progetti, dopodichè il rapporto si chiude dietro il compenso segnalato sull’annuncio che è spendibile direttamente su Amazon oppure trasferibile sul proprio conto bancario. Un approccio che permette di sfruttare al meglio la potenza del web per fare business, creare networking e possibilità di lavoro. Visti i compensi medi è una risorsa parecchio economica per le aziende, ma è anche vero che nessuno obbliga qualcuno ad accettare o meno una determinata proposta di lavoro, i lavoratori possono impostare il proprio tempo come preferiscono e svolgere le operazioni da qualunque luogo, purchè connesso al web.

Il sito si presenta come un grande wall dove sono elencate migliaia e migliaia di proposte di lavoro che vengono chiamate “hit” – human intelligence task -. Da una parte ci sono i Requesters, generalmente si tratta di aziende che hanno bisogno di un servizio, e dall’altra i Worker, i lavoratori alla ricerca di una mansione da compiere. Una volta che il Worker ha individuato un’attività che gli interessa, partecipa al progetto svolgendo la mansione e viene ricompensato con la cifra stabilita. Il più delle volte si tratta di attività che non richiedono competenze particolari anche se i Requesters possono chiedere delle qualifiche specifiche.

Qualche esempio di annuncio che è possibile trovare? Trascrivere file e link, immettere dati in un sistema, classificare siti web, partecipare a sondaggi, assegnare tag alle foto,  scrivere recensioni, ecc. Un luogo di incontro per distribuire attraverso internet semplici compiti di lavoro a un grande numero di persone. Difficile sopravvivere svolgendo le attività presenti sul sito, il vero vantaggio è delle aziende che possono “sfruttare” a pieno regime una manodopera su scala mondiale.

Tante le riflessioni e le domande che suscita un progetto di questo tipo, soprattutto sul ruolo di internet e su come questo strumento trasformerà il mercato nei prossimi anni. Il lavoro è ridotto ai suoi elementi essenziali, i ruoli sono definiti a priori, è un mercato completamente libero, poco stress, non ci sono colleghi fastidiosi accanto, non ci sono discriminazioni. Inoltre il legame fisico tra datore di lavoro e lavoratore si rompe, la geografia comincia ad avere un’importanza relativa visto che posso svolgere il mio lavoro da Milano così come dal Canada, dal bagno così come dalla camera da letto o la scrivania. È una modalità di sviluppo che permette di distribuire qualsiasi tipo di attività in tutto il mondo, uno strumento democratico a cui chiunque può partecipare.

Amazon Mechanical Turk non è l’unico esempio di marketplace che sfrutta il crowdsourcing come modalità per mettere in contatto domanda e offerta. C’è da aspettarsi che in futuro queste modalità di collaborazione aumentino sempre più diventando una prassi con cui fare i conti.

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Luca Orioli

Mi chiamo Luca, classe '83, esperto di comunicazione, giornalista free lance e 'startupper' da una vita con una decina di progetti chiusi nel cassetto che stanno lentamente prendendo forma. Appassionato di fotografia e serie tv, ho una formazione umanistica e l’estremo bisogno di vedere cose nuove.
Qualche anno fa, terminata l’Università [degli Studi di Milano, laurea in Scienze dei Beni Culturali], mi sono ritrovato un po’ spaesato nell’affacciarmi sul mondo del lavoro. Leggevo annunci dove ricercavano account, responsabili risorse umane, project manager o community manager, etichette che sembravano nascondere un mondo, ma per me completamente prive di significato. Dopo diverse esperienze ho intrapreso la strada che sto percorrendo oggi, ma da quel momento è rimasta l'esigenza di tradurre in parole comprensibili il mondo delle professioni. Così nasce il mio blog, Lavoro in Corso.

Vuole essere un Virgilio nella giungla dell'impiego, una traccia per esplorare il panorama del lavoro tra professioni emergenti, opportunità sommerse, esperienze vissute e capire in cosa consiste un determinato profilo, come intraprenderlo, quale percorso fare e le competenze necessarie per arrivarci.

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