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Economia

Il Decreto Pensioni è legge: dalle rivalutazioni al Tfr, ecco cosa prevede

Approvato dal Senato il ddl di conversione adottato dopo la sentenza della Corte costituzionale sul blocco delle rivalutazioni automatiche

L'Aula del Senato ha approvato in via definitiva il ddl di conversione del decreto su pensioni, ammortizzatori sociali e Tfr con 145 sì, 97 no e 1 astenuto. Il provvedimento ora è legge.

Il provvedimento è stato adottato dal Governo dopo la sentenza della Consulta che ha dichiarato la illegittimità del blocco della rivalutazione automatica delle pensioni di importo superiore a tre volte il trattamento minimo Inps per il 2012 e 2013.

Il Governo ha previsto una restituzione parziale con quote variabili a seconda del livello della pensione rispetto al minimo.

Tra le altre misure del decreto legge, è previsto l'incremento di risorse per gli ammortizzatori sociali in deroga.

Cosa prevede nel dettaglio il decreto
La data per il pagamento delle pensioni è già stata unificata al primo del mese.
Il rimborso degli arretrati prima congelati arriveranno nelle tasche dei pensionati all'inizio di agosto, con un decalage rispetto al recupero dell'inflazione congelato dal Governo Monti, poi cancellato dalla Corte Costituzionale.

Ecco i contenuti capitolo per capitolo
RIVALUTAZIONE AUTOMATICA PER FASCE - Per il 2012 e il 2013 saranno rivalutate al 100% le pensioni fino a tre volte il minimo, al 40% quelle tra tre e quattro volte il minimo, al 20% quelle tra quattro e cinque volte il minimo, al 10% infine quelle tra cinque e sei volte il minimo. Per gli assegni complessivamente superiori a sei volte il minimo non ci sara' alcun adeguamento. Per il 2014 e il 2015 la rivalutazione e' stabilita invece al 20% e, a decorrere dall'anno 2016, al 50%.

CAMBIA IL MONTANTE CONTRIBUTIVO - Il coefficiente non potrà essere inferiore a uno. La misura costa 11,9 milioni fino al 2023 e di 200mila euro a partire dal 2024. Le coperture arriveranno dal Fondo per interventi strutturali di politica economica.

DATA UNICA PER TUTTI GLI ASSEGNI - La novità è gia' scattata il primo giugno. pensioni, rendite vitalizie, indennità: saranno tutti posti in pagamento il primo giorno di ciascun mese o il giorno successivo se festivo o "non bancabile", con un unico mandato di pagamento. Dal 2017, i pagamenti avverranno invece il secondo giorno "bancabile" di ciascun mese. Tra le novita' introdotte l'indicazione che le pensioni verranno pagate il secondo giorno del mese a gennaio 2016 e dal 2017 per tutti i mesi.

UN MILIARDO PER CIG IN DEROGA - Il Fondo sociale per occupazione e formazione viene incrementato per il 2015 di 1 miliardo di euro, per il finanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga. Gli oneri saranno coperti dal riducendo l'apposito fondo istituito dalla legge di Stabilita' 2015 presso il ministero del Lavoro con una dotazione di 2,2 miliardi per ciascuno degli anni 2015 e 2016 e di 2 miliardi dal 2017. Arriva anche il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga per il settore della pesca per 35 milioni.

290 MILIONI PER CONTRATTI DI SOLIDARIETÀ - Il decreto autorizzava inizialmente la spesa di 70 milioni di euro per l'anno 2015. Nel corso dell'esame parlamentare l'importo e' stato portato a 290 milioni. In particolare per il 2015, 150 milioni sono destinati all'innalzamento dal 60 al 70% dell'integrazione salariale dei contratti di Tipo A (riservati alle imprese che hanno accesso alla cassa integrazione), e 140 mln sono destinati ai contratti di Tipo B (utilizzati dalle imprese che non hanno accesso alla cassa integrazione) al fine di evitare o ridurre le eccedenze di personale.
Inoltre, ulteriori 20 mln sono assegnati - passando da 115 a 135 milioni per il 2015 - per finanziare il secondo anno degli accordi di crisi aziendale per cessazione di attivita' che prevedono, tramite il trattamento di Cigs, la possibile rioccupazione dei lavoratori sospesi.

NIENTE ONERI PER TFR IN BUSTA PAGA - Nel decreto sono state inserite anche misure che facilitano i finanziamenti bancari in favore di datori di lavoro che non intendono corrispondere immediatamente il Tfr con risorse proprie. Le operazioni saranno esentate da oneri fiscali e semplificate nella procedura per ottenere garanzie, attraverso l'introduzione di un "privilegio speciale" sul credito specifico.

LE  ALTRE NOVITÀ: Tra le novità introdotte nel corso dell'esame parlamentare, oltre ai finanziamenti per i contratti di solidarietà e ai ritocchi sulla data di erogazione delle pensioni dal 2016, ci sono anche un chiarimento sulle agevolazioni previdenziali per gli esposti all'amianto (vengono estese ai lavoratori in mobilita') e la soluzione per la questione della rivalutazione negativa subita dagli assegni a seguito della riduzione del Pil 2014.

Il commento del governo
Con l'ok definitivo al decreto che restituisce gli arretrati per lo stop all'indicizzazione delle pensioni è stato approvato un "provvedimento importante" che risponde alle prescrizioni della Corte Costituzionale e "per le pensioni fino a tre volte il trattamento minimo, la rivalutazione è corrisposta nella misura del 100%".

È il commento del sottosegretario al Lavoro Teresa Bellanova che mette in risalto come il provvedimento si occupi anche "in maniera incisiva anche di ammortizzatori sociali, aumentando considerevolmente le risorse ad essi assegnate".

"Intanto - spiega Bellanova - dispone un incremento di 1.020 milioni di euro, per il 2015, del Fondo sociale per occupazione e formazione, ai fini del finanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga, in aggiunta allo stanziamento già previsto per il 2015 di 700 milioni".

"Aumentano - prosegue la Sottosegretaria - anche le risorse destinate alla cassa integrazione in deroga per il settore della pesca, costretto a fermo biologico legato all'avvicendarsi delle stagioni, che passa da 30 a 35 milioni di euro per il 2015".

"Per quanto riguarda i contratti di solidarietà - prezioso strumento di tutela dei livelli occupazionali che il Governo intende valorizzare - il decreto prevede lo stanziamento di 290 milioni aggiuntivi. In particolare per il 2015, 150 milioni sono destinati all'innalzamento dal 60 al 70% dell'integrazione salariale dei contratti di Tipo A (riservati alle imprese che hanno accesso alla cassa integrazione), e 140 mln sono destinati ai contratti di Tipo B (utilizzati dalle imprese che non hanno accesso alla cassa integrazione) al fine di evitare o ridurre le eccedenze di personale. Inoltre, ulteriori 20 mln sono assegnati - passando da 115 a 135 milioni per il 2015 - per finanziare il secondo anno degli accordi di crisi aziendale per cessazione di attività che prevedono, tramite il trattamento di Cigs, la possibile rioccupazione dei lavoratori sospesi.

In questo modo il Governo - conclude Teresa Bellanova - prosegue nel suo impegno per la gestione delle crisi aziendali e soprattutto per garantire i livelli occupazionali durante i periodi di crisi. Un impegno che mi piacerebbe fosse accolto dalle parti sociali e dalle imprese come uno dei segni più tangibili della grande attenzione al mondo del lavoro e alla tutela del lavoro, e della consapevolezza che un sistema intelligente di ammortizzatori sociali, di accompagnamento e non di assistenza alle vertenze aziendali può, se utilizzato con la necessaria responsabilità, sostenere non solo la salvaguardia del lavoro ma anche il rilancio dell'impresa".

Il Codacons: un atto di arroganza
Il decreto sulle pensioni, convertito oggi in legge con il via libera del Senato, "rappresenta un atto di arroganza del Governo che non ristabilisce una condizione di piena legalità". Ad affermarlo è il Codacons, secondo cui con il ddl "non si dà seguito alle indicazioni della Corte Costituzionale e non si restituisce quanto tolto ai pensionati per effetto della legge Fornero bocciata dalla Consulta", spiega il presidente Carlo Rienzi.

"Proprio per tale motivo - aggiunge - proseguirà nelle aule di tribunale la class action avviata dal Codacons, alla quale hanno aderito finora oltre 10mila pensionati italiani, finalizzata a far ottenere a costoro il pieno rimborso delle somme decurtate per effetto di una norma dichiarata illegittima".

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