La guerra Francia-Isis e le conseguenze sui mercati
ANSA/IAN LANGSDON
Economia

La guerra Francia-Isis e le conseguenze sui mercati

Le borse europee scendono in avvio e poi ripartono. Le case d'affari sono ottimiste ma prevedono un aumento dell'incertezza nel breve termine

Sui mercati finanziari, la memoria corre al lontano 11 settembre del 2001. Allora, subito dopo gli attentati alle Torri gemelle di New York, le borse americane restarono chiuse mentre quelle europee ebbero in poche ore un vero e proprio tonfo, con Piazza Affari che perse il 7,4%. Oggi, per fortuna, il copione non si è ripetuto. Alla ripresa delle contrattazioni dopo gli attentati di Parigi, le principali piazze finanziarie hanno aperto le contrattazioni col segno meno ma con ribassi frazionali. In tarda mattinata, la borsa di Milano perde lo 0.1% circa mentre Parigi, Francoforte e Londra sono risalite sopra la parità.


La guerra dell'Isis nel cuore di Parigi


Il panico, dunque non c'è stato, e i primi commenti delle case d'affari sembrano improntati a un certo ottimismo. Gli esperti di Jp Morgan, per esempio, in una nota hanno scritto che le conseguenze degli attentati di Parigi dovrebbero essere limitate. Nel breve termine, tuttavia, per Jp Morgan vi sarà un aumento dell'incertezza su tutti i listini e potrebbe verificarsi anche un rallentamento dei consumi, in particolare in certi settori ciclici come il turismo. Più o meno dello stesso parere sono gli esperti del Credit Suisse, che vedono un po' di incognite sulle borse nel breve periodo. Sia gli analisti del Credit Suisse che quelli di Jp Morgan, però, guardano con attenzione alle future mosse della Banca Centrale Europea, che potrebbe intervenire con una massiccia iniezione di liquidità sul mercato, oltre a quelle già effettuate sinora, se la situazione dovesse complicarsi ulteriormente e lo scenario macroeconomico diventasse meno roseo del previsto.


Parigi, l'Isis: "Ecco perché abbiamo attaccato la Francia"


Una nota di ottimismo è giunta nel weekend anche da Erik Nielsen, capo economista di Unicredit. Ancor prima di sapere la performance delle borse di lunedì mattina, Nielsen ha detto che, in caso di consistenti ribassi dei listini, bisogna essere “compratori” perché gli attentati di Parigi non hanno certo modificato il fair value dei più importanti titoli azionari, cioè il loro corretto valore di mercato. A muovere i listini, più che i drammatici eventi del terrorismo internazionale, per le case d'affari sarà probabilmente la lunga sfilza di dati macroeconomici attesi per questa settimana. Oggi c'è quello sull'inflazione europea in ottobre e domani quello sull'andamento dei prezzi negli Stati Uniti. Su questa base, le banche centrali decideranno le proprie  mosse. Le attese maggiori oggi riguardano soprattutto la Federal Reserve americana. Già nel prossimo mese di dicembre, infatti, la massima autorità monetaria d'Oltreoceano dovrebbe dare avvio al rialzo dei tassi , a meno che il peggioramento dello scenario macroeconomico internazionale non cambi all'improvviso le carte in tavola.


I più letti