manovra finanziaria Governo Conte
ANSA/MASSIMO PERCOSSI
Economia

Governo: ecco cosa prevede il Def: crescita allo 0,2%

Novità sulla flat tax, crescita, debito. Escluse manovre correttive

Nessuna nuova tassa e nessuna manovra correttiva. Sono queste le buone notizie che arrivano al termine dell'approvazione del Def, il Documento di Economia e Finanza, cui il Consiglio dei Ministri, nella serata di martedì 9 aprile, ha dato il via libera.

Le facce degli esponenti del Governo, però, erano tutt'altro che rilassate al termine della riunione perché, a conti fatti, tutti i grandi annunci dei mesi scorsi non sono stati messi nero su bianco e restano terreno di scontro tra le varie anime dell'esecutivo giallo-verde.

Flat Tax

La flat tax, ad esempio. La Lega avrebbe voluto da subito la presenza della due aliquote al 15 e al 20% per favorire la ripresa del ceto medio, ma nel Def non se ne parla. Eppure il vicepremier leghista assicura: "La flat tax si farà, nel documento se ne parla in due passaggi". 

In realtà il Documento approvato da Palazzo Chigi introduce sì il concetto di una riduzione fiscale per i ceti medi, ma non parla né di tempi né di coperture economiche. Nel testo si legge: "Il governo intende continuare, nel disegno di legge di Bilancio per il prossimo anno, il processo di riforma delle imposte sui redditi (flat tax) e di generale semplificazione del sistema fiscale, alleviando l'imposizione a carico dei ceti medi. Questo nel rispetto degli obiettivi di finanza pubblica".

Prima del passaggio dal CdM la bozza del Def, a pagina 10, parlava invece di: "Graduale estensione del regime d'imposta sulle persone fisiche a due aliquote del 15 e 20%, a partire dai redditi più bassi, al contempo riformando le deduzioni e detrazioni". Il passaggio è sparito, rendendo il percorso della flat tax più lungo da attuarsi.

Per le aziende, invece già da quest’anno potrebbe arrivare l’estensione del "saldo e stralcio" delle cartelle esattoriali e la sanatoria sulle liti pendenti col fisco già varate per le persone fisiche.

Perché la stima di crescita è al ribasso

Il dato, però, davvero importante è che il tasso di crescita economica dell'Italia per questo 2019 è stato fissato allo 0,2%, molto lontano da quell'1,1% previsto dalla legge finanziaria.

La stima al ribasso della crescita tiene conto dei numeri con cui deve confrontarsi il Governo Conte: il debito pubblico che peggiora al 132,8% del Pil per il 2019 e il rapporto tra deficit e Pil che risale al 2,4%.

Proprio per evitare la stretta sull'economia la riduzione del deficit finisce per essere più graduale del previsto: dal 2,4 di quest'anno (doveva essere il 2%), il deficit scenderà al 2,1% nel 2020 (era l'1,8%), poi all'1,8% (contro l'1,5%).

Il nodo Iva

Altro terreno di scontro è quello che riguarda l'aumento dell'Iva. Sia M5S sia Lega vorrebbero scongiurare la crescita dell'Iva di un punto percentuale il prossimo anno, ma pare che il Ministro dell'Economia Giovanni Tria sia piuttosto tiepido in merito visto che le strade per trovare i 23 miliardi che servono nel 2020 (e che arriverebbero all'innalzamento dell'Iva al 22%) non sono poi molte.

Si lavora alla revisione della spesa pubblica, al taglio delle detrazioni fiscalie si punta alla crescita, ma per ora l'aumento dell'Iva non è del tutto scongiurato.

Se ne tornarà a parlare a ottobre quando i nodi della manovra economica verranno al pettine e si dovranno tirare le somme dei conti pubblici. 

Intanto Salvini tranquillizza tutti e dice: "La flat tax si farà; non si torna indietro su quota 100 e non ci sarà nessun aumento dell'Iva".


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Barbara Massaro