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Economia

Germania in recessione tecnica: cause e conseguenze

Secondo la Bundesbank anche nel terzo trimestre il pil teutonico resterà in territorio negativo e sarà, quindi, recessione

La caduta dei giganti: la recessione tecnica che sta per vivere la Germania insegna che non sempre chi predica bene razzola altrettanto bene.

Le orecchie tirate ai partner europei (in primis l'Italia) colpevoli di non rispettare lacci e lacciuoli imposti dalle norme europee ora riguardano anche l'(ex) solidissima Germania di Angela Merkelche tra poche settimane rischia di entrare ufficialmente in recessione se i dati sul pil resteranno per il secondo trimestre consecutivo in territorio negativo (lo scorso trimestre il calo è stato dello 0,1%).

Il monito della Bundesbank

A lanciare l'avvertimento è stata la Bundesbank, la banca centrale tedesca che, dati alla mani, preannuncia quello che era nell'aria da almeno tre mesi.

"Il prodotto tedesco potrebbe essersi contratto ancora, leggermente, nel terzo trimestre del 2019 - si legge nel rapporto mensile della Bundesbank - Il fattore decisivo è la continua flessione nei settori orientati alle esportazioni".

In sintesi a far piegare la testa a Berlino in questo momento è la politica protezionista statunitense che con l'imposizione di dazi pesanti sull'import dall'estero ha messo in crisi le economie nazionali di mezzo mondo, a partire da quella tedesca storico partner commerciale degli USA. 

Quasi la metà del PIL della Germania è legato a ciò che il paese riesce a esportare, a fronte del 12 per cento del PIL per gli Stati Uniti o del 30 per cento del Regno Unito.

Le cause della crisi

E la crisi delle esportazioni, a cascata, ha ripercussioni anche sul mercato interno non sufficientemente forte per supportare il calo economico derivato dai minori introiti sul fronte delle esportazioni. Ammette la Bundesbank: "Gli indicatori anticipatori attualmente danno pochi segnali di una ripresa sostenibile nell’export e in una stabilizzazione del settore industriale e questo aumenta la possibilità che il rallentamento si estenda ancor di più ai settori più orientati alla domanda interna".

Non si tratterebbe di una recessione profonda e duratura, ma in ogni caso di un segnale d'allarme rispetto alla tenuta stagna dell'economia tedesca, segnale che l'Europa intera dovrà considerare ed elaborare per evitare di essere schiacciata dall'onda d'urto della caduta tedesca.

Le conseguenze

Se, al momento, la recessione non ha conseguenze sul piano occupazionale che si mantiene competitivo e a alti livelli, il rallentamento economico potrebbe determinare un innalzamento dell'età pensionabile per compensare il calo demografico e la contrazione della popolazione.

Secondo il report della banca centrale tedesca "L’età per la pensione di anzianità in Germania dovrà essere elevata a 69 anni e 4 mesi d’età" questo per, ritiene la Bundesbank "migliorare il potenziale economico attraverso una maggiore occupazione e aumentare la base imponibile e i contributi sociali".

Visto il ruolo di ago della bilancia della Germania rispetto agli standard europei e considerato che spread e rapporto deficit pil vengono considerati a partire dai conti tedeschi ora Bruxelles dovrebbe ripensare ai rigidi parametri imposti ai paesi dell'Unione che fanno sempre più fatica a stare al passo con il rallentamento economico globale esito ultimo della guerra commerciale tra Cina e USA.

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Barbara Massaro