Fitch, Moody's e il dietrofront delle agenzie di rating
Economia

Fitch, Moody's e il dietrofront delle agenzie di rating

Dalle due agenzie arrivano, a sorpresa, giudizi lusinghieri sull'Italia. Ecco come gli analisti hanno cambiato idea nel giro di pochi mesi

“L'Italia potrebbe uscire dalla crisi già nel 2013”. Sembra uno dei proclami più ottimisti del premier Mario Monti e invece (strano ma vero) sono le parole, scritte nero su bianco in una nota odierna , degli analisti dell'agenzia di rating Moody's. Già, proprio la stessa Moody's che appena un mese fa aveva messo nel mirino il nostro paese, declassando di ben 2 gradini il merito di credito del governo di Roma, da A3 a Baa2.

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Il giudizio di Moody's per adesso non cambia ma oggi gli esperti della società statunitense hanno espresso comunque giudizi lusinghieri sul nostro paese e si sono trovati subito in buona compagnia. A tessere le lodi della Penisola, infatti, si è aggiunta con un tempismo eccezionale anche l'agenzia di rating europea Fitch: “l'Italia non ha più bisogno di nuove misure di austerity”, hanno sottolineato gli esperti di Fitch, poiché i provvedimenti varati dal governo Monti bastano e avanzano. Tutto bello, anche se viene da chiedersi come sia stato possibile un cambio di rotta così veloce nei giudizi.

UN SEMESTRE DI BOCCIATURE

La scure delle agenzie ha iniziato infatti ad abbattersi sul nostro paese nell'autunno scorso, quando la crisi di Eurolandia era già scoppiata da tempo. Ad aprire le danze è stata Moody's che il 4 ottobre del 2011, in un colpo solo,  ha tagliato di ben 3 gradini il rating italiano, abbassandolo da Aa2 ad A2, aggiungendo anche una prospettiva (outlook) negativa. Pochi giorni dopo, il 7 ottobre, pure Fitch si è accodata, abbassando di un gradino (da AA- ad A+) il giudizio sul debito sovrano di Roma e collocandolo addirittura  al di sotto di quello spagnolo, nonostante l'imminente crisi delle banche iberiche.

Da lì in poi, c'è stata una una vera e propria sfilza di  bocciature, in primavera e all'inizio dell'estate, che hanno portato le due agenzie a fissare gli attuali rating sul nostro paese: Baa2 per Moody's e singola A- (con prospettive negative) per Fitch. Anche oggi, tra l'altro, quest'ultima agenzia ha avvertito sulla possibilità di altri downgrade (revisioni al ribasso dei giudizi) per molti paesi di Eurolandia, se la situazione dell'Unione Monetaria dovesse deteriorarsi ulteriormente. A parte i dettagli, però, resta il fatto che l'ultra-tartassata Italia di Monti inizia a piacere davvero a Moody's e Fitch. Poco importa se gli spread rimangono elevati e la Germania continua a bloccare qualsiasi piano di salvataggio dell'euro ideato dal presidente della Bce, Mario Draghi. I signori del rating, comunque, sembrano aver cambiato idea. C'è da sperare che abbiano ragione, almeno stavolta.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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