Fiat, Alfa Romeo e Lancia: il piano di Marchionne
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Economia

Fiat, Alfa Romeo e Lancia: il piano di Marchionne

Alla presentazione dei programmi per i prossimi 5 anni, l'amministratore delegato promette 5 miliardi per il rilancio di Alfa Romeo e dice addio al marchio Lancia

Marchionne punta forte. Nella conferenza stampa convocata a Detroit per presentare il primo piano industriale post-acquisizione del 100% della Chrysler da parte della Fiat, ha detto che nei prossimi 5 anni la società Fca (Fiat Chrysler Automobiles) investirà 30 miliardi di euro nei prossimi 5 anni, 10 dei quali sono destinati al mercato Emea (sostanzialmente l’Europa ovvero Italia, Polonia e Serbia) 5 dei quali solo per il rilancio del marchio Alfa Romeo.

Ma la notizia della giornata non sono solo i numeri che sono stati diffusi, ma quelli che non lo sono stati. In tutta la conferenza stampa (prima, quindi, della sessione delle domande e risposte che segue la presentazione delle slide) nessuno ha mai citato il marchio Lancia. Sono stati presentati i programmi per i prossimi 5 anni di tutti i brand, tranne Lancia. Significa che questo brand è destinato, piano piano, a scomparire rimanendo legato solo al modello Lancia Y e qualche modello "importato" da Detroit al quale viene semplicemente cambiata la mascherina frontale. Nessun nuovo investimento, nessunn nuovo modello all’orizzonte. Niente di niente.

Il gruppo punta su Alfa Romeo, piuttosto, che, con i famosi 5 miliardi di investimenti previsti dovrebbe passare dalle 75mila unità vendute nel 2013 alle 400mila nel 2018. Come minimo si tratta di un obiettivo ambizioso, così come è ambizioso che 7 degli 8 nuovi modelli che dovrebbero essere lanciati entro il 2018 siano previsti per il 2016 e, quindi, che abbiano appena 2 anni di tempo per sviluppare il volume di vendite previsto dal piano. Eppure bisogna sperare che il piano sia rispettato. Certo: la storia non è dalla sua parte. Nel 2010 Marchionne disse che entro il 2014 il marchio del Biscione avrebbe venduto 500mila unità. Nel 2011 disse che, sempre nel 2014, ne avrebbe vendute 400mila e nel 2012 scese a “più di 300mila”. La realtà, purtroppo, sono le 75mila vendute nel 2013. Ma, appunto, bisogna sperare che le 400mila previste tra 5 anni arrivino, anche perché gli stabilimenti italiani, dove verranno prodottre, probabilmente, anche 200mila Jeep, non potranno contare sull’aumento delle vendite della Fiat.

A Detroit, infatti, Marchionne ha detto che le 700mila auto Fiat vendute nel 2013 nel mercato Emea, resteranno 700mila anche tra 5 anni. Altro particolare: nell’ultimo piano presentato, quello di ottobre 2012, la società prevedeva l’uscita dal segmento C, quello della Bravo, e prevedeva anche che gli unici due marchi sarebbero stati 500 e Panda. A Detroit i piani sono leggermente cambiati. Ora le novità previste sono: la 500X l’anno prossimo (oltre al modello spider in collaborazione con la Mazda), la berlina 3 volumi e la nuova Punto, la crossover (PandaX) oltre all’erede della Bravo con relativa versione station wagon. Quindi: niente uscita dal segmento C e, anzi, rilancio. Se così si può dire.

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Marco Cobianchi

Sono nato, del tutto casualmente, a Milano, ma a 3 anni sono tornato a casa, tra Rimini e Forlì e a 6 avevo già deciso che avrei fatto il giornalista. Ho scritto un po' di libri di economia tra i quali Bluff (Orme, 2009),  Mani Bucate (Chiarelettere 2011), Nati corrotti (Chiarelettere, 2012) e, l'ultimo, American Dream-Così Marchionne ha salvato la Chrysler e ucciso la Fiat (Chiarelettere, 2014), un'inchiesta sugli ultimi 10 anni della casa torinese. Nel 2012 ho ideato e condotto su Rai2 Num3r1, la prima trasmissione tv basata sul data journalism applicato ai temi di economia. Penso che nei testi dei Nomadi, di Guccini e di Bennato ci sia la summa filosofico-esistenziale dell'homo erectus. Leggo solo saggi perché i romanzi sono frutto della fantasia e la poesia, tranne quella immortale di Leopardi, mi annoia da morire. Sono sposato e, grazie alla fattiva collaborazione di mia moglie, sono papà di Valeria e Nicolò secondo i quali, a 47 anni, uno è già old economy.

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