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Economia

Ferrovie, perché si potrebbe investire di più in manutenzione

Oggi si spendono 4,1 miliardi di euro, un po’ più dei 2,7 del 2012, ma meno dei circa 6 miliardi di qualche anno fa

Il tragico incidente ferroviario di Pioltello, che ha purtroppo causato la morte di tre persone, ha riportato alla ribalta il tema degli investimenti in infrastrutture messi in campo nel nostro Paese, e in particolare quelli nella rete ferroviaria.

Allora, diciamo subito che l’Italia non è certo una delle realtà più arretrate in Europa, ma che allo stesso tempo si potrebbe fare di più, soprattutto considerando come vengono distribuite le risorse disponibili.

Taglio ai trasferimenti

Il dato più eclatante in tema di investimenti infrastrutturali è certamente quello che fa registrate un taglio del 22% dei trasferimenti dallo Stato alle Regioni a partire dal 2009 a oggi, con fondi che sono passati da circa 6,2 miliardi a 4,8 miliardi di euro.

Un riferimento non casuale visto che l’incidente di Pioltello è avvenuto proprio su una di quelle linee locali che negli ultimi di tempi più di tutte hanno dovuto fare i conti con riduzioni pesanti di budget.

Una tendenza che si sta ora cercando di invertire, se è vero che proprio dalla Ferrovie fanno sapere che negli anni a venire il 90% delle risorse verrà dirottato proprio verso le tratte regionali, con investimenti in materiale rotabile stimabile in circa 4 miliardi di euro.

Manutenzione, sorvegliata speciale

E se gli investimenti sono diminuiti, sui tragitti locali, allo stesso tempo si è in parte abbassata anche la guardia in tema di sicurezza. E’ vero, il nostro Paese fa registrare 0,27 incidenti ogni milione di chilometri percorsi in treno. Un dato al di sotto della media europea, pari a 0,42, e, per una volta fa piacere sottolinearlo, anche migliore del risultato della Germania, ferma a quota 0,29.

E’ anche vero però che la spesa in manutenzione ordinaria e straordinaria sulla nostra rete ferroviaria era scesa nel 2012 fino a quota 2,7 miliardi di euro, e che oggi è stata fatta risalire a 4,1 miliardi, un valore comunque inferiore a quei circa 6 miliardi che si spendevano in tempi più addietro.

Dunque si può fare ancora molto per garantire la sicurezza dei viaggiatori, soprattutto andando a rinnovare il parco di vagoni e locomotive che spesso viaggiano con più di 20 di attività sul groppone.

Chi ci ha guadagnato

Difficile nascondere il fatto che in questi anni un settore ferroviario ha sicuramente beneficiato di maggiori investimenti rispetto ad altri, e stiamo parlando dell’alta velocità.

Verso di essa sono stati drenati circa 32 miliardi di euro, e il numero di posti disponibili sui Frecciarossa sono aumentati addirittura del 435%. Come detto, a rimetterci sono stati soprattutto i pendolari, costretti a muoversi su linee locali sempre più fatiscenti.

E il paradosso è che su queste tratte il costo dei biglietti, in questi anni, è anche aumentato del 21% dal 2010 a oggi. Una problematica di cui da tempo ormai si fanno promotori i vari comitati locali che nascono come funghi per chiedere una gestione più attenta di certe linee locali.

Ora la tragedia di Pioltello non ha fatto altro che concentrare ancora di più l’attenzione su questo fenomeno, nella speranza che in futuro non si debbano più contare altre vittime.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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