Fed-Bce, quanta differenza
Economia

Fed-Bce, quanta differenza

Due politiche monetarie a confronto

L’Occidente vive da oltre cinque anni al «confine dello zero», come dicono i banchieri centrali. I tassi d’interesse furono dal 2008 precipitosamente ridotti per combattere la spirale deflazionistica e fin da allora la Fed americana si mostrò più aggressiva della Bce. Quest’ultima infatti iniziò la manovra con un incomprensibile rialzo dei tassi impiegando mesi per arrivare al minimo e lasciandoli comunque dello 0,5 più alti di quelli negli Usa. Una volta scaricata l’arma della diminuzione dei tassi, entrambe hanno fatto ricorso a diverse forme di «quantitative easing» per fornire più liquidità a un sistema sull’orlo del collasso. Sostituendosi al mercato interbancario, Fed e Bce hanno triplicato il bilancio creando moneta per far fronte ai prestiti alle banche. La Fed ha inoltre iniziato una politica di acquisto di buoni del tesoro e di obbligazioni garantite da prestiti ipotecari che ha dichiarato di voler sostenere fino a quando la disoccupazione non sarà scesa sotto il 6,5 per cento. Così assicura denaro a buon mercato anche a lungo termine e fa un intervento mirato a favore del mercato immobiliare, la cui ripresa è essenziale per la crescita.

Anche la Bce ha annunciato che farà acquisti di obbligazioni a breve termine del tesoro dei paesi che ne faranno richiesta, e questo è bastato a tranquillizzare i mercati e far scendere gli spread. La differenza è che gli acquisti della Fed sono già operativi e legati a variabili economiche; quelli della Bce sono per ora inattivi e legati a variabili politiche. Dipendono dalla richiesta d’aiuto del paese che dovrebbe accettare di sottomettersi a ulteriore austerità. Cosa potrebbe accadere se Spagna o Italia avessero bisogno della Bce ma non fossero disposte ad accettarne le pressanti condizioni: la Bce lascerebbe andare una grande economia europea o cercherebbe nonostante tutto di salvare l’eurozona?

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Dante Roscini

Dante Roscini è professore di economia politica internazionale alla Harvard business school di Boston

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