Fca dopo Marchionne, perché gli Agnelli potrebbero uscire
ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO
Economia

Fca dopo Marchionne, perché gli Agnelli potrebbero uscire

Dopo la scomparsa del manager, si parla di un possibile disimpegno della nota dinastia industriale torinese. Ma non nel breve termine

Non si sa ancora quando e di sicuro non sarà nel breve termine. Tuttavia, dopo la prematura scomparsa di Sergio Marchionne, l’uomo che in 14 anni ha risanato il gruppo Fiat Chrysler (Fca) e gli ha cambiato i connotati, torna a prendere quota un’ipotesi di cui si parla da tempo: la graduale uscita della famiglia Agnelli dal capitale del colosso automobilistico fondato agli inizi del ventesimo secolo dal loro capostipite Giovanni.    

Tanti pianeti in una galassia

Va ricordato che la nota dinastia industriale torinese controlla Fca attraverso la finanziaria di famiglia Exor, che ha nel capitale dell’azienda una partecipazione minoritaria di poco superiore al 29%, sufficiente per fare il buono e il cattivo tempo nella gestione. Mentre una volta la vecchia Fiat era il centro nevralgico di tutte le partecipazioni della galassia Agnelli, oggi Exor ha un portafoglio un po’ più diversificato, soprattutto dopo che alcuni tasselli importantissimi del gruppo come la Ferrari sono stati separati da Fca. 

Attualmente la finanziaria degli Agnelli possiede il 26% circa del produttore di veicoli industriali e agricoli Cnh, il 43% del noto magazine Economist, quasi il 23% di Ferrari, il 63% circa della Juventus e  il 100% della società di riassicurazione Partner Re. Presto uscirà dal perimetro di Fca anche un altro nome storico dell’industria italiana, Magneti Marelli, che produce sistemi ad alta tecnologia per il settore automobilistico. In futuro, potrebbero avere la stessa sorte altre due perle del gruppo come Comau, specializzata nella robotica e nell’automazione industriale e il produttore siderurgico Teksid. 

A caccia di un partner

Sotto le insegne di Fca, insomma, rimarrà probabilmente soltanto il business della produzione di auto, che è l’unico che può interessare a un potenziale partner internazionale. Da tempo, infatti, si parla di un’aggregazione di Fiat Chrysler con un altro big dell’auto come Hyundai. Se questa prospettiva diventerà concreta, gli Agnelli potrebbero decidere di fare un passo indietro, uscendo dal capitale di Fca o accettando un ruolo da comprimari in un nuovo gruppo più grande. 

Questo, almeno è ciò che pensano diversi esponenti della comunità finanziaria, ricordando ciò che ha sostenuto in passato  lo stesso Marchionne. “A nostro avviso l’obiettivo finale di Exor rimane la vendita di Fca, anche se non subito”, commentano gli analisti di Marzotto Sim, che aggiungono: “Ormai raggiunti gli obiettivi societari prefissati a suo tempo, la necessaria crescita di Fca può realizzarsi soltanto attraverso un’aggregazione;  del resto anche Marchionne ne aveva parlato in passato e un paio di tentativi in questa direzione sono  stati già fatti. John Elkann, cresciuto al suo fianco, non può che condividere quell’idea”. La nuova generazione degli Agnelli, che oggi è capeggiata da Elkann, potrebbe insomma  essere quella che decide di slegare una volta per tutte le proprie sorti da quelle della vecchia Fiat.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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