Fca, chi sarà il successore di Marchionne
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Economia

Fca, chi sarà il successore di Marchionne

Altavilla, Manley, Palmer e Gorlier. Quattro manager potrebbero prendere il timone del gruppo automobilistico e raccogliere un eredità difficile

Rivolgendosi agli azionisti di Exor, la holding finanziaria di casa Agnelli che controlla Fca (Fiat Chrysler Automobiles), John Elkann è stato rassicurante ma sincero: “Non sarà facile ma troveremo una soluzione”, ha affermato il presidente, facendo riferimento alla successione di Sergio Marchionne, attuale amministratore delegato di Fca, destinato a lasciare il suo incarico nel 2019, dopo che il gruppo automobilistico avrà presentato il bilancio dell'esercizio 2018 e un nuovo piano industriale (fino al 2022).

Nella decisione di passare la mano presa da Marchionne, ci sono soltanto motivi personali: “Sto bene ma sono stanco”, ha detto infatti il n.1 di Fca, dopo 14 anni alla guida di un gruppo automobilistico che è riuscito letteralmente a far resuscitare: era infatti quasi sull'orlo del fallimento quando Marchionne lo prese in mano nel 2005, mentre oggi è un big dell'auto che opera su scala planetaria e macina 125 miliardi di euro di ricavi all'anno e oltre 5 miliardi di profitti netti.

Con questi numeri alle spalle, non è facile trovare un manager pronto a raccogliere la pesante eredità di Marchionne. Max Warburton, analista che lavora per la casa d'investimenti ‎Sanford C. Bernstein e spesso non è tenero nei giudizi, ha detto che l'attuale ceo di Fiat Chrysler è ormai entrato a pieno titolo nella Hall of Fame del settore automobilistico, cioè tra i grandi della storia.

Altavilla e Gorlier

Il nome in lizza considerato "favorito" è quello di Alfredo Altavilla, che oggi è responsabile di Fca per l'area Emea (Europa, Medio Oriente e Africa). Poiché Elkann ha detto che il successore di Marchionne verrà probabilmente dall'interno, Altavilla sembra proprio avere tutti i requisiti giusti per essere scelto: lavora infatti nel gruppo Fiat dal 1990, è stato al fianco di Marchionne nei momenti difficili e in quelli di ripresa, ha un'età relativamente giovane (54 anni) e ha il pedigree di manager blasonato a livello internazionale, visto che il fondo americano Elliot lo ha scelto anche come consigliere indipendente di Tim da candidare al cda.

Un italiano di cui si parla è anche Pietro Gorlier, torinese, altro “decano” del gruppo Fiat, dove è stato assunto nel 1989. Dopo aver lavorato in diverse società del gruppo come Iveco e Cnh, Gorlier è oggi alla guida di Magneti Marelli e Mopar, la società che nella galassia Fca si occupa di ricambi e componentistica.

Due nomi britannici

Oltre ai due italiani, tra i papabili successori di Marchionne c'è anche Richard Palmer, britannico, che in Fca è diventato direttore finanziario (chief financial officer – cfo), dopo aver ricoperto per molti anni lo stesso incarico in altre società come Comau e Iveco. Infine, il quarto nome di cui si parla come possibile guida della casa automobilistica è Michael Manley, un manager che viene da Chrysler e non da Fiat. Oggi Manley è  responsabile di due marchi strategici del gruppo, Jeep e Ram, dopo diverse esperienze nell'area dell'Asia Pacifico (Apac).

Mancano ancora diversi mesi al momento in cui il successore di Marchionne, chiunque venga designato, entrerà ufficialmente in carica. Nel frattempo Michael Tyndall, analista di Citi, non ha mancato di ricordare quali compiti gravosi lo attendono: “Anche se l'amministratore delegato uscente lascia una situazione risanata”, ha detto l'analista, “nei prossimi anni il nuovo ceo del gruppo si troverà di fronte uno scenario pieno di grandi sfide e di cambiamenti per l'intera industria dell'auto”. Come dire: l'eredità di Marchionne sarà pure ricca, ma vivere di rendita è impossibile.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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