Gli eventi che hanno segnato l'economia internazionale nel 2014
KIRILL KUDRYAVTSEV/AFP/Getty Images
Economia

Gli eventi che hanno segnato l'economia internazionale nel 2014

La ripresa di Irlanda e Polonia, le difficoltà di Grecia e Germania, le oscillazioni del prezzo del petrolio e la recessione del Giappone i più importanti

Europa

Ripercorrendo l'anno a ritroso, è inevitabile rendersi conto di come l'Europa sia stata la vera protagonista dell'economia internazionale di un 2014 che si avvia ormai verso la chiusura. Gennaio è iniziato con l'ingresso della Lettonia nell'Euro, annessione che ha portato a 18 il numero di paesi che utilizzano la valuta comunitaria. 

Di Europa si è parlato moltissimo anche analizzando i problemi della disoccupazione giovanile, che ha purtroppo raggiunto livelli drammatici. Ma per fortuna l'Europa è riuscita a fornire anche esempi di ripresa e sviluppo virtuosi, grazie a Polonia e Irlanda che sono riuscite a dimostrare che ripartire è possibile. La situazione è ancora molto difficile, ma bisogna avere il coraggio e la capacità di rischiare, tagliare, riformare, perché chi non lo fa rischia di soccombere. E non solo se parte da una situazione in bilico come quella della Grecia: anche paesi apparentemente inattaccabili come la Germaniasono in difficoltà. 

Russia

Quando si parla di Europa, però, non si possono dimenticare i problemi economici (e non solo) creati quest'anno dalla Russia in Ucraina e nel resto del nel Vecchio Continente. Questi ultimi vanno affrontati da tre diversi punti di vista. Quello delle conseguenze sulle economie occidentali, e non soltanto per un problema di rifornimenti energetici (anche se la corsa all'individuazione di risorse alternative affidabili continua). Quello degli squilibri economici e finanziari interni, che dopo aver creato le basi per la recessione rischiano oggi di trascinare la Russia verso un totale collasso economico. E quello delle nuove partnership, che per ora restano sul piano energetico, che Mosca sta costruendo in oriente, in particolare in Cina, paese con cui Vladimir Putin ha chiuso a maggio un accordo energetico di portata storica. 

In un quadrò già particolarmente complicato, la guerra dei prezzi del petrolio non ha fatto altro che creare nuovi (e pericolosi) attriti

Asia

Anche gli equilibri economici dell'Asia hanno subito diversi scossoni nel 2014. Per colpa della Cina, che non di è limitata a firmare un accordo energetico senza precedenti con Mosca, ma, purtroppo, ha confermato di essere un paese finanziariamente in difficoltà. Il che significa che la Cina da oggi in poì sarà ancora più attenta a mettere i propri interessi davanti a ogni altro tipo di esigenza. Ecco perché non dovremmo guardare solo ai lati positivi del suo shopping incondizionato in Italia, ed ecco perché operazioni come quella di Alibaba dovrebbero aiutarci a capire che dovremo trovare presto un modo intelligente ed efficape per rapportarci alla nuova potenza economica del mondo, visto che la conosciamo ancora troppo poco. 

Infine, anche India e Giappone meritano di essere menzionati. La prima per la "rivoluzione Modi" e tutte le opportunità economiche che quest'ultima sta aprendo, il secondo perché è caduto di nuovo in recessione ma ha deciso (forse perché a corto di alternative) di puntare di nuovo sulle Abenomics di Abe per uscirne, la stessa che, in fin dei conti, ha ridotto il paese in questo stato. Il Giappone resta un'economia molto importante su scala globale, ma riuscirà a conservare questo status per sempre

America Latina

Anche l'America Latina è riuscita a monopolizzare l'attenzione di alcuni momenti del 2014 anche se, purtoppo, lo ha fatto per due vicende molto negative. Il (secondo) fallimento dell'Argentina e il crollo economico del Brasile. I problemi di Buenos Aires erano già evidenti a gennaio, ma la situazione è precipitata in maniera irrecuperabile solo in estate. Per quel che riguarda Brasilia, invece, è da tempo che gli analisti la descrivono come un emergente che non riesce più ad emergere, ma se fino all'estate le speranze sul futuro del Brasile non erano state del tutto perdute, gli ultimi scandali hanno distrutto gli ultimi barlumi di fiducia sul futuro del paese, ed è ora tutto da vedere come il nuovo governo, abbondantemente coinvolto nelle polemiche, deciderà di gestire la situazione. 

I più letti

avatar-icon

Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

Read More