Euro, pro e contro
Economia

Euro, pro e contro

Tutti contro la moneta unica? Non proprio, ma è opinione diffusa che l'unione monetaria, così com'è, non funziona

Meglio con o senza Euro? Anche se i mal di pancia verso la moneta unica europea vanno avanti da tempo, adesso il dilemma si è ormai spostato dalla chiacchiera popolare al mondo dell'accademia e della ricerca scientifica . E ai suoi livelli più alti: la pietra è stata lanciata nello stagno addirittura da Joseph Stiglitz, economista alla Columbia University, premio Nobel nel 2001, allievo di Franco Modigliani e anche per questo ascoltatissimo a sinistra e nella galassia a Cinque Stelle.

Argomentando le sue critiche verso la gestione della crisi in Europa sulle pagine di MicroMega, la rivista del guru della sinistra più antiberlusconiana, Paolo Flores D'Arcais, e quindi da pagine non sospette di riprendere gli argomenti dell'ultima campagna elettorale del centrodestra, Stiglitz ci spiega che all'Europa della moneta unica manca uno strumento per manovrare contro la crisi, come potrebbe essere un organismo per il bilancio con il potere di intervenire per riequilibrare le differenze tra la forza economica delle varie regioni, fornendo, ad esempio, mezzi supplementari ai Paesi con una disoccupazione alta o trasferendo risorse da un'area del continente all'altra. Insomma, Stiglitz non boccia l'Euro, ma ritiene che possa funzionare solo se l'integrazione europea sarà rafforzata.

Decisamente più severo un altro studioso molto ascoltato dalle nostre parti: si tratta di Paul Krugman, sui cui libri si sono formate le ultime generazioni di economisti. Scuola Princeton, ha vinto anche lui il Nobel (nel 2008) e ha dichiarato senza mezzi termini che l'Euro era un'idea sentimentale, un bel simbolo di unità politica, ma che la sua adozione ha comportato una grave perdita in termini di flessibilità, visto che la rinuncia alle manovre monetarie non si è accompagnata a una integrazione fiscale capace di offrire strumenti di reazione alle crisi. Non crede, però, che abbandonare la moneta unica sarebbe una buona scelta – anche per il sottinteso pesante fallimento politico che implicherebbe. Piuttosto, propone di ridisegnare il sistema di governance dell'economia continentale.

Anche a casa nostra le autorevoli voci critiche non mancano – anzi raggiungono toni ancora più aspri. Pensiamo a quanto ha sostenuto Luigi Zingales, altro pensatore di formazione americana, che ha ottenuto il dottorato al Massachussets Institute of Technology prima di proseguire la sua attività in Italia. Per lui l'adozione dell'Euro è stata addirittura un atto criminale, proprio perché non accompagnata da forme di integrazione avanzate fra Stati. In altre parole, si è pensato di lanciare la moneta unica sperando che arrivasse una crisi a "costringere" i Paesi a cedere sovranità anche in ambito di politica fiscale ed economica oltre che monetaria. La crisi è arrivata, lo stimolo all'integrazione rafforzata no, e tutto sta precipitando.

Tutti contro l'Euro? Sarebbe una semplificazione del pensiero di illustri ricercatori. Piuttosto, si può dire che alcuni fra i maggiori e più popolari esperti economisti sono concordi su una cosa. L'unione monetaria così com'è non funziona e le politche di austerity seguite negli ultimi anni non hanno fatto altro che metterne in mostra i limiti. O l'Eurozona si evolve, o rischia di non vedere alcuna luce in fondo al tunnel.

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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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