Esodati: le promesse di Enrico Letta e le risorse ancora da trovare
Economia

Esodati: le promesse di Enrico Letta e le risorse ancora da trovare

Il governo vuole tutelare oltre 200mila lavoratori senza un impiego e senza la pensione. Ma forse occorreranno più di 14 miliardi in 5 anni

“C'è bisogno di una soluzione strutturale”. E' quanto dichiarato il nuovo premier, Enrico Letta, sulla tanto discussa vicenda degli esodati, cioè i lavoratori che hanno firmato un accordo per mettersi in mobilità e che rischiano ancora di rimanere senza un impiego e senza la pensione, dopo la riforma previdenziale approvata dal governo Monti (che ha spostato in avanti l'età del pensionamento).

LA RIFORMA DELLE PENSIONI DI ELSA FORNERO

IL PROBLEMA DEGLI ESODATI

LA SECONDA TRANCHE DI SALVAGUARDATI

Nelle dichiarazioni programmatiche del neo-presidente del consiglio, c'è l'impegno a risolvere la questione in maniera definitiva “perché”, ha detto Letta, “con la vicenda degli esodati la comunità nazionale ha tradito un patto”. Belle parole che, tuttavia, non devono illudere troppo i lavoratori rimasti senza lavoro e senza pensione, i quali attendono ancora una risposta sul proprio futuro. Secondo le stime circolate nei mesi scorsi, si tratta di un esercito di almeno 200-230mila persone, che fanno salire il numero complessivo degli esodati sopra i 300mila (altri 130mila lavoratori sono stati già salvaguardati dal governo Monti, con diversi interventi di spesa, ricavati a fatica dalle maglie del bilancio pubblico).

ESODATI: QUESTIONE IRRISOLTA

Nei prossimi mesi, il premier Letta e i suoi ministri (quello dell'economia Fabrizio Saccomanni e quello del lavoro, Enrico Giovannini ), dovranno mettersi a fare i conti, poiché la salvaguardia degli esodati non sarà certo indolore per le casse pubbliche. Nel 2012, una stima della Ragioneria generale dello Stato aveva calcolato un onere di almeno14 miliardi di euro in 5 o 6 anni, tra il 2015 e il 2020, nel caso in cui venisse consentito l'accesso alla pensione con le vecchie regole (precedenti la riforma di Monti) ai lavoratori non ancora tutelati nella legislatura appena conclusa (in cui sono state fissate le coperture fino alla fine del 2014).

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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