La bugia di Enrico Letta sui 14 euro
Economia

La bugia di Enrico Letta sui 14 euro

Il premier dice che l'aumento di appena 14-15 euro in busta paga è un'invenzione dei giornali. Ma i documenti ufficiali lo smentiscono

Una bufala dei giornali. Così il premier Enrico Letta ha bollato la notizia del minuscolo aumento di 14 euro mensili in busta-paga, per effetto dell'ultima Legge di stabilità. Peccato, però, che i fatti e i documenti (quelli ufficiali della Presidenza del Consiglio) confermino quanto sostenuto dagli organi d'informazione, compreso Panorama.it (che lo ha scritto già il 16 ottobre scorso , subito dopo la presentazione della manovra economica).

ECCO COME SI CALCOLANO GLI AUMENTI

Per rendersene conto, non serve andare a leggere nel dettaglio tutto il testo della Legge di Stabilità ma basta guardare le diapositive pubblicate nel sito della presidenza del consiglio, che illustrano in sintesi gli effetti della manovra. “I lavoratori che percepiscono un reddito lordo annuo tra 15.001 e 20.000 euro”, recitano documenti, “ registreranno un sollievo fiscale pari a un risparmio di 152 euro”. Ora, se la matematica non è un opinione, basta dividere 152 euro per dodici mensilità, per ricavare poco più di 12,5 euro. È una cifra addirittura inferiore ai 14 euro indicati dagli organi d'informazione, i quali si riferivano in particolare all'aumento massimo previsto per il prossimo anno, che si registrerà soltanto sulla soglia di reddito attorno ai 15mila euro annui. Poco importa, poi, se le detrazioni irpef verranno date in un'unica soluzione, a giugno o sulla tredicesima, oppure saranno liquidate mensilmente. La cifre non cambiano.

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Una conferma arriva pure analizzando proprio nel dettaglio le misure approvate dal governo (senza fermarsi alle diapositive pubblicate su internet). Dal 2014, secondo quanto previsto dalla Legge di stabilità, le detrazioni per lavoro dipendente saranno innalzate di qualche decina di euro, attraverso un meccanismo di calcolo un po' complicato. In pratica, viene fissata una detrazione di base di poco superiore a 1.500 euro all'anno (più alta rispetto a quella prevista in precedenza) che va poi moltiplicata per un particolare coefficiente, che diminuisce all'aumentare del reddito del lavoratore. Più alto è lo stipendio, minore è la detrazione che spetta. Letta ha poi specificato che il Parlamento e le parti sociali possono decidere se concentrare le detrazioni soltanto sui redditi molto bassi o su particolari categorie di lavoratori. La sostanza però non cambia e gli aumenti in busta paga (per effetto delle detrazioni) restano sempre quelli: non più di 150-170 euro all'anno, che divisi per dodici fanno una media di circa 14 euro al mese.

Sul numero di Panorama in edicola da domani, 24 ottobre 2013, "I dieci buoni motivi per rottamare questa legge di stabilità".

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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