L'economia italiana rallenta: le principali conseguenze
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Economia

L'economia italiana rallenta: le principali conseguenze

Il Fondo Monetario abbassa le stime sul nostro paese e anche il premier Renzi ammette la frenata. Ecco cosa cambia per deficit, debito e disoccupazione

Appena lo 0,3%. E' l'aumento del pil italiano nel 2014 atteso dal Fondo Monetario Internazionale, che purtroppo ha tagliato le stime sul nostro paese e ha costretto anche il premier Renzi a fare un'ammissione: per quest'anno, ha detto ieri il presidente del consiglio, sarà difficile rispettare le previsioni di una crescita economica dello 0,8%, come calcolato dal governo nell'ultimo Def (il documento di economia e finanza). Quali saranno dunque le conseguenze di questi risultanti deludenti per la nostra economia? Ecco una panoramica degli scenari che si aprono da qui a dicembre, sul fronte del deficit, del debito pubblico e della disoccupazione.

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DEFICIT

Il ministro dell'economia, Pier Carlo Padoan, lo ha detto più volte: da qui a fine anno, non ci sarà una manovra economica straordinaria. Nonostante l'andamento deludente del pil, il rapporto tra deficit e prodotto interno lordo dovrebbe rimanere infatti entro il tetto del 3% imposto dall'Europa, senza sforamenti. Secondo il Centro Studi di Confindustria, che prevede una crescita economica dello 0,2%, il disavanzo arriverà al 2,9% circa, sfiorando dunque la soglia massima consentita. C'è da augurarsi, però, che qualche shock esterno non peggiori ancora il quadro congiunturale dei conti pubblici.

DEBITO

Le ultime previsioni del governo stimavano un rapporto debito/pil del 134,9% entro la fine del 2014. Anche questi calcoli, però, si basano sull'assunto di una crescita economica annua dello 0,8%. Poiché il pil salirà molto meno del previsto, è dunque probabile che gli obiettivi del governo non verranno centrati. Questo, almeno, è ciò che fanno pensare gli ultimi dati disponibili: nel primo trimestre del 2014, infatti, il debito pubblico ha già superato la soglia del 135% del prodotto interno lordo, attestandosi al 135,6%. Si tratta di un netto peggioramento rispetto al 132,6% del trimestre precedente.

DISOCCUPAZIONE

Anche sul fronte della disoccupazione, la crescita al rallentatore dell'Italia riserverà probabilmente ben poche notizie positive. A maggio, il tasso dei senza lavoro è salito al 12,6% (dal 12,5% di aprile) facendo segnare un ulteriore peggioramento. Con l'ultimo Def, il governo ha previsto una disoccupazione del 12,8% entro la fine dell'anno: un dato poco confortante ma che prende atto della situazione.

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