Economia, cinque previsioni per il 2014
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Economia, cinque previsioni per il 2014

Crescita rapida negli Stati Uniti, nuove sfide e difficoltà per Europa e America Latina, e incognita cinese per le connessioni tra sviluppo e debito pubblico

Cosa succederà nel 2014? Quali paesi si troveranno in difficoltà? Quali riusciranno davvero a lasciarsi alle spalle gli anni bui della crisi economica? Chi si risolleverà prima, Europa o Stati Uniti? Sono queste alcune delle domande che The Atlantic ha posto a cinque economisti, che partendo dal presupposto che il Fondo Monetario Internazionale ha previsto un'accelerazione del tasso di crescita globale (dal +2,9 del 2013 al 3,6 del 2014), hanno cercato di spiegare che cosa succederà nelle varie regioni del mondo.

1) A. Michael Spence , economista del prestigioso think tank Council on Foreign Relations, è convinto che i paesi in via di sviluppo continueranno a crescere a ritmi relativamente sostenuti, la situazione degli Stati Uniti, complessivamente, migliorerà, mentre in Europa ci sarà sì un'espansione, ma molto lenta, e non è detto che la situazione sia destinata  migliorare per il 2015.

2) Robert Kahn , altro economista del Council of Foreign Relations, ritiene che per l'Europa si stia aprendo una fase particolarmente delicata. Se da un lato piccoli ma importanti segnali di ripresa ci sono, al punto che i capitali hanno ricominciato a spostarsi nel Vecchio Continente, dall'altro è diventato ancora più urgente per i singoli governi approvare quelle riforme capaci di contribuire al consolidamento dell'attuale crescita prima che gli investitori perdano di nuovo la loro fiducia nei confronti di questa regione.

3) Ernesto Talvi , economista di Brookings, altro think tank americano, concentra la sua analisi sull'America Latina, e ritiene che i paesi che non saranno in grado di tenere sotto controllo i livelli di crescita di consumi, investimenti e spesa pubblica (come Argentina e Venezuela) possano rischiare una grossa crisi. Mentre gli altri, con un po' di attenzione, potrebbero riuscire a salvarsi.

4) Yukon Huang , economista del Carnegie Endowment for International Peace, ritiene che la Cina possa riuscire a consolidare un tasso di crescita stabile solo risolvendo i suoi problemi di debito pubblico e migliorando il tasso di produttività delle aziende nazionali.

5) Mark Zandi , analista di Moody's, punta invece tutto sugli Stati Uniti, che ritiene manterranno per tutto il 2014 un tasso di crescita elevato, sostenuto dal ridimensionamento dell'austerity, da un solido mercato immobiliare, e dai bilanci più "sani" di banche, aziende e famiglie.  

L'articolo integrale: 5 Expert Predictions for the Global Economy in 2014

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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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