Ecco cosa cambia se le sigarette elettroniche diventano dispositivi medici
Economia

Ecco cosa cambia se le sigarette elettroniche diventano dispositivi medici

Spetta all'Europa decidere, e la comunità degli svapatori si ribella

L'8 di ottobrel'Unione Europea sarà chiamata a decidere se le sigarette possono essere considerate o meno un dispositivo medico. Un voto che spaventa e allo stesso tempo innervosisce moltissimo tutti gli appassionati di e-cig, che temono che l'eccessiva regolamentazione delle bionde al vapore possa impedire loro di portare a compimento quella che Brice Lepoutre, il Presidente dell'Associazione Indipendente di Fumatori di Sigarette Elettroniche, ha definito all'Economist una "rivoluzione nella lotta contro il consumo di tabacco", visto che solo da quando hanno iniziato ad essere commercializzate le sigarette elettroniche tanti tra coloro che hanno sempre cercato di smettere di fumare sono riusciti a farlo.

Prima del voto di martedì prossimo, gli svapatori si riuniranno a Strasburgo per una grande manifestazione con cui, di fatto, chiederanno a Bruxelles di non impicciarsi di quello che è o non è una sigaretta elettronica. Permettendo agli aspiranti e-fumatori di acquistarle senza ricetta nei negozi specializzati e non. Proprio come hanno fatto fino ad oggi.

Negli ultimi mesi il consumo di sigarette elettroniche è letteralmente esploso. In Europa ci sono almeno sette milioni di svapatori, e in America le stime sulle vendite del 2013 prevedono un aumento del 300% rispetto al 2012. Addirittura, c’è chi ha previsto che nell’arco di una decina d'anni potrebbero esserci, su scala globale, più appassionati di e-cigarettes che fumatori tradizionali.

Il dibattito sui pro e i contro delle e-cig è sempre lo stesso: dal momento che anche attraverso le sigarette elettroniche è possibile fumare nicotina, per alcuni è inammissibile continuare a venderle senza introdurre nuovi controlli e aumentarne gli standard di sicurezza e qualità. Men che meno continuare, come sta succedendo oggi, a distribuirle come se fossero scarpe o asciugamani. Per altri, invece, il semplice fatto che sia stato abbondantemente verificato che sono di gran lunga meno nocive delle bionde dovrebbe essere sufficiente per autorizzarne l'utilizzo quanto meno tra chi vorrebbe liberarsi del vizio del fumo tradizionale. Altri ancora pensano ai rischi per i giovanissimi, convinti che avendo libero accesso alle e-cig potrebbero sviluppare il vizio del fumo e crearsi una dipendenza da nicotina che altrimenti non avrebbero avuto. Infine, c'è chi pensa che le sigarette elettroniche abbiano trasformato il fumo in un'abitudine molto più glamour di quanto fosse prima.

Argomenti, questi, evidentemente debolissimi. Perché per garantire la qualità delle e-cig non è necessario trasformarle in dispositivi medici, ma basterebbe più semplicemente monitorare con maggiore attenzione i vari passaggi del processo produttivo delle sigarette e delle ricariche, e definire con chiarezza a che età possono essere comprate.

Ma cosa cambierebbe, in pratica, se le e-cig venissero trasformate in dispositivi medici? Da un lato non sarebbe più possibile venderle con la libertà attuale, dall'altro dovrebbero iniziare ad essere trattate come tutti gli altri prodotti sostitutivi della sigaretta tradizionale (cerotti o gomme da masticare), e dovrebbero contenere quindi un dettagliato foglio informativo dove vengano apposte delle indicazioni precise sugli effetti sulla salute e non quello attualmente inserito nelle confezioni che parla solo del divieto di utilizzo per i minori di 16 anni e dell'importanza di tenere il prodotto lontano dai bambini.

Forse, se il compromesso potesse essere raggiunto con l'aggiunta di un foglietto illustrativo nelle confezioni, gli svapatori non sarebbero così agitati. Ma le limitazioni nelle vendite li penalizzerebbero molto. Eppure, è l'UE a dire che i dispositivi medici possono essere considerati tali solo se intervengono direttamente o indirettamente sul paziente per migliorarne le condizioni di salute. Ed è evidente che solo in talune circostanze le sigarette elettroniche vengono utilizzate in questo modo.

Indipendentemente da quello che verrà deciso a Bruxelles, i colossi del tabacco si stanno attrezzando per entrare al più presto sul mercato delle e-cig con i loro prodotti. Perché, con o senza foglietto illustrativo, dentro o fuori da una farmacia, auto-escludersi non conviene!

 

 

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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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