Ecco chi possiede il debito pubblico italiano
Economia

Ecco chi possiede il debito pubblico italiano

Quando la Bce ha inondato di liquidità le banche italiane, queste hanno comprato i titoli del debito. Chi ha venduto? Gli stranieri.

Questo grafico spiega piuttosto bene gli effetti che hanno sortito i finanziamenti della Banca Centrale Europea sulle banche italiane e sul debito pubblico. Non è complicato. La linea punteggiata rossa rappresenta i titoli rappresentativi del debito pubblico emessi dallo Stato italiano che sono in mano a soggetti (persone fisiche e banche, ma soprattutto banche) italiani. La linea punteggiata blu rappresenta i titoli di Stato in mano a soggetti stranieri. Entrambe le linee devono essere valutate in base alla linea verticale di sinistra che è espressa in percentuale. L’area colorata, che deve essere raffrontata con la scala di destra ed è espressa in miliardi di euro, rappresenta lo stock di liquidità che la Banca Centrale Europea ha fornito agli istituti di credito italiani. Passiamo ai numeri. Attualmente la percentuale di titoli di Stato in mano a soggetti italiani è pari a poco meno del 70% del totale mentre quella in mano agli stranieri è di poco più del 30%. Nel 2011 la Banca Centrale europea inizia ad inondare di liquidità il sistema bancario italiano con massicce e ravvicinate operazioni di finanziamento. Nel 2012 il totale dei miliardi di euro finiti nelle casse delle banche italiane ha raggiunto la cifra di 250 miliardi di euro. A cosa sono serviti questi soldi? In minima parte sono andati all’economia reale, perché, come mostra il grafico, i 250 miliardi sono serviti alle banche italiane per comprare titoli di Stato. Infatti appena arrivano i soldi della Bce la percentuale di titoli in mano straniera cala del 10% mentre cresce del 10% la quantità di titoli in mano a residenti italiani.

Alla fine del 2011, secondo i dati ufficiali del ministero dell’Economia, il debito pubblico italiano ammontava a 1.907 miliardi e 564 milioni di euro (2.069 miliardi e 28 milioni a fine 2013), il cui 83% circa era costituito da titoli pubblici. Significa a fine 2011, quando sono iniziate le operazioni di rifinanziamento della Bce, in circolazione c’erano Bot e Cct per un valore complessivo di 1.583 miliardi e 278 milioni. Oggi siamo a 1.717 miliardi e 293 milioni.

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Marco Cobianchi

Sono nato, del tutto casualmente, a Milano, ma a 3 anni sono tornato a casa, tra Rimini e Forlì e a 6 avevo già deciso che avrei fatto il giornalista. Ho scritto un po' di libri di economia tra i quali Bluff (Orme, 2009),  Mani Bucate (Chiarelettere 2011), Nati corrotti (Chiarelettere, 2012) e, l'ultimo, American Dream-Così Marchionne ha salvato la Chrysler e ucciso la Fiat (Chiarelettere, 2014), un'inchiesta sugli ultimi 10 anni della casa torinese. Nel 2012 ho ideato e condotto su Rai2 Num3r1, la prima trasmissione tv basata sul data journalism applicato ai temi di economia. Penso che nei testi dei Nomadi, di Guccini e di Bennato ci sia la summa filosofico-esistenziale dell'homo erectus. Leggo solo saggi perché i romanzi sono frutto della fantasia e la poesia, tranne quella immortale di Leopardi, mi annoia da morire. Sono sposato e, grazie alla fattiva collaborazione di mia moglie, sono papà di Valeria e Nicolò secondo i quali, a 47 anni, uno è già old economy.

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