Dopo la Grecia, anche l'Ucraina è a rischio default
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Economia

Dopo la Grecia, anche l'Ucraina è a rischio default

Con 120 milioni di dollari in scadenza il 24 luglio, il parlamento ucraino ha sospeso i pagamenti ai creditori stranieri

In questi giorni si è parlato tanto di "effetto Grecia" per i vari paesi dell'Europa del Sud, e quindi Italia, Spagna, Portogallo, trascurando un'altra nazione che, per motivi diversi, sembra essere vicinissima al collasso. O almeno questa è l'idea che si è fatto Foreign Policy analizzando i dati economici dell'Ucraina.

L'attenzione con cui il mondo si è occupato dell'evoluzione della crisi in Grecia, infatti, non ha fatto passare quasi inosservati solo gli alti e bassi delle borse cinesi, ma anche la decisione del parlamento ucraino di sospendere i pagamenti ai creditori privati stranieri, a meno che questi ultimi non si mostrino disponibili a rinegoziare i termini secondo cui questi prestiti dovrebbero essere onorati.

Anche il Fondo Monetario Internazionale avrebbe sentenziato che il debito ucraino (pari a circa il 90 per cento del Pil del paese) sarebbe insostenibile, e avrebbe di conseguenza invitato i creditori a prendere in considerazione l'ipotesi di tagliarlo. Ma naturalmente chi ha prestato così tanto denaro all'ex Presidente filo-russo Viktor Yanukovych ora pretende di riaverlo indietro. E con gli interessi!

Entro il 24 luglio il paese dovrebbe restituire niente meno che 120 milioni di dollari, ma le sue finanze non glielo permettono. Non solo, nessuno al governo pare interessato a sprecare le già scarse risorse di una nazione in difficoltà per sopperire ai vizi di Yanukovych. Il reddito reale medio è crollato del 24 per cento, l'inflazione è aumentata del 46 per cento, il tasso di disoccupazione è fermo al 10, e anche se l'esecutivo ce la sta mettendo tutta per risollevare l'economia nazionale con le riforme, l'infinito braccio di ferro con la Russia rende tutto molto più difficile. Eppure, anche se l'ipotesi di default è realistica, il Presidente Petro Poroshenko ha scelto saggiamente di non spaventare il paese imbarcandosi in una crociata populista. Del resto, e la Grecia ha tanto da insegnare da questo punto di vista, così facendo si sarebbe solamente tirato l'ennesima zappa sui piedi.

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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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